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3 Febbraio 2022 alle 13:48 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #5989 Score: 0
Caro Orazio,
( Grazie di avere detto chi sei).Condivido quando dici: ” La democrazia rappresentativa è stata solo abbozzata …”.
Questo e’ vero e restera’ vero sempre; e’ una caratteristica dei sistemi complessi ( = costituiti da diversi componenti e fattori , interagenti tra di loro. I sistemi sociali lo sono sempre) questi sistemi sono sepre “imperfetti ” e perfettibili.
Occorre quindi valutarli in modo “quantitativo” e con ragionamenti di tipo : ” empirico – statistico”, come si fa nei casi dei sistemi complessi.
Nel caso della “democrazia rappresentativa” come ho cercato di spiegare anche nel mio libretto “La democrazia diretta vista da vicino” la democrazia rappresentativa e’ sepre molto imperfetta se non viene affiancata dalla democrazia diretta.
Solo se sono privati del monopolio del potere legislativo i rappresentanti si sforzano di rappresentare i cittadini: se i cittadini possono intervenire allora i rappresentanti si sforzano di anticipare il loro intervento.
Quella e’ “democrazia rappresentativa”.Poi ci sono anche altri problei ben aperti nelle “demcrazie rapresenttive” (si dovrebbe dire: “pi’ o meno rappresentative”):
– anche se le donne hanno orai per fortuna il diritto di voto e di eleggibilita’,
come mai gli emigrati nn sempre lo hanno ( anzi: l hano molto raramente …).Di ” imperfezioni” ce ne sono molte.
Occorre cercare di scoprire “cosa conviene piu’ fare e rivendicare per migliorare”, con un approccio “empirico” al problema.
Non pare anche a te?
Nella “chat” di piudemit-piudemit l’amico Orazio Di Bella, cita un libro sul tema del “Fare il cambiamento. Copio ed incollo la citazione:
= = =
Vi lascio il libro che mi è piaciuto e fornito molti spunti
Malcolm Gladwell – The tipping point (Il punto critico).
Se lo volete in inglese, ho il pdf. In italiano non sono riuscito a trovarlo.Faccio anche il riassunto come testo:
Secondo Gladwell (che solo sintetizza letteratura specialistica sul fenomeno), per “cambiare il mondo” servono almeno tre persone molto diverse. Forse pero tre categorie di quelle persone specifiche:
I Maven, cioè i pensatori “tecnici”, teorici e strategici
Da quelli in teoria comincia tutto.
Poi i/il Connector (Casaleggio Associati per esempio)
E i Venditori (Salesman) come Grillo.
= = =Mio commento:
Grazie, volentieri leggerei il libro (anche in inglese se non esiste in italiano).
Condivido, almeno di massima ( non avendo letto il libro) la “tipologia” di persone che, cooperando, riescono a realizzare dei cambiamenti.Questo fatto lo verificherei nella storia ( cosa che propongo di fare nel riflettere su “come fare il cambiamento”, come indicato anche piu’ volte nei messaggi precedenti).
Mi pare che i tre gruppi di persone potrebbero / dovrebbero essere menzionte in modo piu’ chiaro. Provo a chiarirlo io (anche se ancora non ho letto il libro), prego di confermarmi di avere ben capito/ interpretato il pensiaro dell’autore.
1) i “Pensatori”: propongono delle idee di cambiamento,
2) i “Lobbisti”: mettono a disposizione strumenti di propaganda e di diffusione delle idee,
3) i “Comunicatori” : persone eventualmente gia’ “in vista” che, grazie anche alla loro immagine, contribuiscono a propagandare le idee.Se questa interpretazione e’ corretta, ai 3 “tipi” ce ne aggiungerei un quarto che trovo assolutamente indispensabile e che mi pare non sia citato tra i primi tre:
4) gli “Attivisti”: cittadini normali che si impegnano individualmente e si coordinano in gruppi ed associazioni in modo da sostenere il cambiamento.
A partire da qui si potrebbe discutere di quali siano i “tipi” piu’ importanti e quali sono le dinamiche piu’ frequenti tra i tipi stessi.
Per per esempio prendo la rivoluzione francese, noto che i “Pensatori” hanno agito da soli in grande anticipo rispetto ai “fatti”: Rousseau , Voltaire, … ed altri hanno lavorato durante quasi tutto il secolo precedente. Inoltre e’ notevole il fatto che spesso erano in assoluto disaccordo ed anche “inimicizia” tra di loro.
Morale: i “Pensatori” lavorano da soli, in largo anticipo rispetto ai fatti. Infatti per scrivere un libro e’ meglio essere soli e se ci si mette a discutere del cintenuto si finisce sisteaticamente per : concentrarsi sulle differenze di pensiero e quinni: litigare.
Nel nostro caso abbiamo diversi “Testi” che parlano di democrazia. A cominciare dal “La deocrazia ed i partiti politici” di Moisei Ostrogorski.
Nostro compito deve essere: fare conoscere i testi utili. Nel mio piccolo ho anche io scritto un libretto: “La democrazia diretta vista da vicino” e sono stato invitato a presentarlo in una cinquantina di occasioni in tutta italia ed anche all’estero … . In quelle occasioni si discute e si discute soprattutto con “persone che non sono d’accordo” e pongono domande.Chi riesce a cooperare, e sono meglio in grado di farlo sono: gli Attivisti.
Assaltare la Bastiglia e’ uno scopo evidentemente pratico ed e’ possibile realizzarlo cooperando con persone che hanno opinioni anche differenti: se chi ha assaltato la Bastiglia si fosse messo a discutere di : “Monarchia costituzionale o Repubblica parlamentare ?” con gli altri, la Bastiglia sarebbe in piedi anche oggi, ed il Re anche.Ecco come mai esiste la regola (che ho verificato anche in diverse occasioni in vita mia):
– “Discutere divide, fare unisce”.Anche i “Comunicatori” possono essere utili ed importanti.
Nella “lista di cosa da fare” elencate qui sopra c’e’ un punto che si riferisce alla ricerca di persone “autorevoli” che possano sostenere il cambiamento.Restando all’esempio della Rivoluzione francese, possiamo costatare che l’elezione degli “Stati generali” aveva consentito di fare emergere da tutta la Francia un buon numero di persone di quel tipo e con quelle caratteristiche.
L’unico gruppo che mi pare possa attendere ad essere contattato ed organizzato e’ quello dei “Lobbisti”: anche quello puo’ di certo essere utile, ma non mi pare cosi’ indispensabile quanto meno nelle prime fasi di attività.
20 Gennaio 2022 alle 22:32 in risposta a: FIC – Proposta punto: CONTROLLO DEMOCRATICO SERVIZI PUBBLICI #5949 Score: 0Proposta punto: CONTROLLO DEMOCRATICO SERVIZI PUBBLICI
E’ opportuno esigere che i beni a prevalente interesse collettivo non siano gestiti da privati ma da enti pubblici.
Purtroppo la gestione pubblica di questi beni e di questi enti non e’ sempre finalizzata al bene collettivo: la loro gestione può venire distorta da chi in concreto è incaricato della gestione. Il generalizzato fallimento degli “stati socialisti” del secolo ‘900 è la chiara testimonianza del fatto che la gestione collettiva deve essere accompagnata da strumenti democratici di controllo della qualità della gestione.
Questo controllo e’ possibile affiancando agli organi di gestione degli organi di controllo della qualità tali per cui i beneficiari del servizio pubblico vengano sistematicamente chiamati ad esprimere un giudizio sulla qualità della gestione. Questi organi di controllo devono agire in modo trasparente, seguire criteri e metodi democratici tipici dei metodi di “controllo della qualità” e devono avere il potere di arrivare destituire i dirigenti della gestione (se le indicazioni raccolte democraticamente non vengono rispettate).
Gli strumenti di controllo della qualità sono stati sviluppati, nell’arco del ‘900. In alcuni paesi questi strumenti sono anche usati per il controllo della qualità dei servizi pubblici.
Per esempio in Svizzera in diverse univerità i professori vengono “tenuti sotto cotrollo” dagli studenti che alla fine di ogni semestre esprimono dei commenti ed anche un voto all’insegnante.
In caso di critiche non isolate ma ricorrenti, il titolare della cattedra viene convocato dall’ufficio di “controllo della qualità” ed e’ invitato ad esporre il suo programma di miglioramento della qualità dell’insegnamento.Quando le carenze rimanessero e fossero ripetute nel tempo, l’insegnante viene licenziato, anche se il suo lavoro di ricerca e le sue pubblicazioni accademiche fossero valutate come positive.
Analoghi sistemi di controllo della qualità proponiamo che vengano applicati in modo sistematico a tutti gli enti pubblici.20 Gennaio 2022 alle 17:07 in risposta a: Libretto Informativo Referendum Eutanasia Legale #5944 Score: 0Grazie per il contributo Giuseppe.
Mi pare un ottimo inizio.Penso comunque che:
– occorre proseguire e redigere gli argomenti per il SI e per il NO.Inoltre a me pare che il testo che hai redatto come “Presentazione in breve” si un po’ troppo “spostato sul SI” soprattutto dove si insiste sul fatto che la legge attuale e’ di epoca fascista. Mi risulta che sia vero, ma quell’argomento lo metterei nel capitolo “Argomenti per il SI”.
Inoltre il riferimento a wikipedia, occorrerebbe fosse sostituito da qualche riferimento piu’ autorevole ( wikipedia e’ utilissima, ma puo’ servire come “fonte a partire dalla quale trovare conferme”).
Inoltre nel capitolo “Problema in breve” metterei anche i paesi dove NON e’ presente Eutanasia legale.Grazie comunque per il contributo ed il lavoro fatto, mi pare un buon inizio e dovremmo continuare.
Dovremmo riuscire a trovare dei gruppi per il “No” che ci aiutino a completare la redazione ( anche io sono per il Si … ).- Questa risposta è stata modificata 2 anni, 3 mesi fa da Leonello Zaquini.
Sintesi dei commenti durante la riunione interna del 18-01-22 sul tema: “Come unire gruppi divesi” e considerazioni aggiuntive.
= = =
I gruppi di attivisti della democrazia sono numerosi e diversi: ognuno ritiene la proprie souzione e proposte come “salvifiche”.( Del resto anche ciascuno di noi ha delle convinzioni simili e attribuisce maggiore importanza a certi temi che non ad altri).
Come riuscire ad indurre alla cooperazione?
1) proporre di classificare i punti del “Fare il Cambiamento” secondo diversi criteri tra i quali anche e soprattutto: ” attualità rispetto all’ordine del giorno della agenda politica del paese”.
Esempio di uso del criterio:
– quando sarà all’ordine del giorno una nuova legge elettorale, i temi relativi a ” preferenze” … ed altri temi sull’argomento della legge elettorale e quindi alla “democrazia rapresentativa” meriteranno l’impegno anche dei gruppi che attribuiscono maggior importanza a punti legati ad altre forme di democrazia che non la democrazia rappresentativa, come la democrazia diretta oppure la democrazia partecipativa.2) Indurre e proporre ai gruppi di riflettere e dare risposte alla domanda: “come e’ stato realizzato il cambiamento , nella storia e nei paesi nei quali delle forme di democrazia piu’ evolute sono state introdotte” ( Svizzera … , California ed altri stati USA, … Germania … ).
Da questo esame appare evidente che:
– modifiche e potenziamento delle forme di democrazia si realizzano grazie alla pressione di movimenti democratici: frutto di unione dei gruppi di attivisti democratici, anche se di opinioni diverse ma che riescono a fozare ad attuare le modifiche i detentori del potere ( sempre restii a ridurlo ).E’ opportuno invitare i diversi gruppi ad esaminare e riflettere sulle loro proposte cercandone gli esempi sotrici e la loro realizzazione.
3) Fare notare ai gruppi che proprio grazie alla cooperazione con altri potranno contribuire a propagandare le loro proposte e le loro idee.
4) Fare notare che una società e’ sempre una “realta’ complessa” = costituita da numerosi diversi elementi e fattori che interagiscono tra di loro. Questo fa si’ che di certo in determinati contesti certi fattori sono piu’ determinanti ed influenti di altri, ma la “soluzione definitiva” non esiste e comunque non e’ mai unica.
La società “perfetta” non esiste e quindi ogni realtà sociale ed ogni struttura politica puo’ e deve sempre essere migliorata, agendo sui diversi elementi e fattori che la determinano e la costituiscono.5) Puo’ essere utile invitare ogni gruppo a esaminare quali sono i “limiti e difetti” delle soluzioni da lui proposte.
Chi propone la “soluzione A” come “salvifica” e’ opportuno che sia invitato ( proprio lui: il gruppo che la sostiene) ad elencarne i limiti e potenziali difetti / inconvenienti.- Questa risposta è stata modificata 2 anni, 3 mesi fa da Leonello Zaquini.
10 Gennaio 2022 alle 23:27 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5932 Score: 0Aggiungo pero’ anche un commento su una tua affermazione a monte di tutto che che non mi trova consenziente:
”
1) Aggiustare l’Italia non solo è inutile, è suicidio dell’Italia se si facesse!
”
E’ opportuno tenere conto dell’influenza dei “mercati”, ma non va esagerata.
Sempre usando l’esempio svizzero: i mercati possono cercare di influenzare le decisionii dei cittadini e dei politici, ma non sono riusciti ad impedire l’introduzione e l’uso della democrazia diretta in questo paese, paese per altro sensibile ai “mercati”-10 Gennaio 2022 alle 23:16 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5930 Score: 0Caro Caspiat,
scusa il grande ritardo nel commentare il tuo messaggio.
Il messaggio e’ molto complesso, con spunti interessanti e condivisibili ma anche punti che ho difficolta’ ad interpretare.Condivido molto il riferimento che fai alla Svizzera come esempio positivo di strutturazione della democrazia, ma alcune parti del tuo testo non corrisondono molto bene all’esempio svizzero ed ho persino difficolta’ ad interpretarle.
Per esempio dove scrivi “esecutivo al quale si da il 55% di seggi”.
Nel mondo intero un esecutivo e’ costituito in genere da una decina di persone, mentre l’organo legislativo e’ spesso 10 ed anche 100 volte piu’ popolato.In Svizzera a livello federale l’esecutivo sono 7 persone, l’ assemblea legislativa invece si avvicina ai 300. E sono molto covinto della oopportunita’ di questa differenza di numero, avento fatto parte di un organo legislativo ( a livello comunale, qui in Svizzera) e conoscendo la differenza dei compiti e delle mansioni_ 41 consiglieri di livello legislativo” / 5 nell’organo esecutivo.
Ho l’impressione che ci sia una diversità di concetti, a monte di un diverso uso dei termini linguistici.Se puoi precisare … grazie.
- Questa risposta è stata modificata 2 anni, 3 mesi fa da Leonello Zaquini.
26 Novembre 2021 alle 16:15 in risposta a: Informazione libera ed indipendente come servizio pubblico #5860 Score: 0Sono commosso nel leggere il messaggio dell’amico Pietro, morto di Covid proprio un mese dopo avere messo il messaggio qui.
= = =
Sul tema intervengo per mettere un link ad un articolo che ho creato nel sito per potere allegare il testo del documento che era stato frutto della discussione sul tema nel MeetUp Officina democrazia.
Nei messaggi precedenti, c’era il link allo stesso testo nel MeetUp, ma i gestori dei MeetUp hanno cancellato tutti gli allegati.Per fortuna quell’articolo ( che era stato frutto di una lnga discussione nel MeetUp) lo avevo salvato.
Lo si trova qui:
trasferisco qui un testo da una chat.
===
Quanto e’ “vincolante” un referendum abrogativo?
Vincola alla abrogazione di una legge, ma non consente di indicare (e tanto meno “vincolare”) i contenuti che si vogliono realizzare.
= = =
Stiamo cercando di individuare gli strumenti per “fare il cambiamento” nonostante che non abbiamo il potere di legiferare.Certo possiamo raccogliere le firme per abrogare una legge ( strumento importantissimo). Se il voto popolare abroga la legge, la vecchia legge non varra’ piu’. Ma poi la nuova legge la fara’ il parlamento. Purtroppo non e’ affatto escluso che la nuova legge sia peggiore della precedente: puo’ anche essere che sia piu’ conveniente ancora ai partiti e meno alla democrazia. il Referendum abrogativo, “vincola” solo all’abrogazione, non prevede nemmeno la descrizione dei nuovi contenuti.
Si puo’ continaure cosi’ ad “abrogare all’infinito”.
Ma come vedi quello che conta e’:– propagandare tra i cittadini certe esigenze: i contenuti che si vogliono.
IN quello le Leggi di iniziativa popolare hanno il vantaggio di propagandare dei contenuti e delle proposte, che magari “attecchiscono” tra cittadini.– riuscire a fare in modo che qualche partito ( prescindere dal suo livello di corruzione … incoerenza … schifosita’ … ecc ecc), usi quel tema “ben propagandato e sostenuto dai cittadini ” e proponga che diventi legge (in genere lo fa “per farsi bello”). Succede che il partito A, lo propone temendo che lo proporra’ il partito B. I partiti B e C non si oppongono alla proposta perche’ temono di perdere voti alle elezioni, dato che il tema (con il suo contenuto) e’ gradito e sostenuto dai cittadini.
La storia ci insegna che la “dinamica del cambiamento” e’ questa.
Come vedi gli strumenti sono:– comunicazione /propaganda dei contenuti.
– manifestazioni di piazza.
– volantinaggi.Manifestazioni e volantinaggi possono essere affiancati / rinforzati da:
– raccolta di firme per leggi di iniziativa popolare o referendum ( a seconda delle circostanze ed opportunita’).
= = =
Dovremo parlare di tutto questo, con i gruppi che ci hanno aiutato a raccogliere i 27 punti.
E prendere con loro delle decisioni.Pier Giacomo ha lasciato questo messaggio alla fine di una riunione nella chat.
IL tema non e’ correlato alle discussioni precedenti ma mi pare possa stare qui.
= = =Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi quando mi è stato possibile e mi sono venute
in mente alcune considerazioni , può darsi non in tema o inerenti a cose che sapete meglio di me.
Per ciò che riguarda la dimensione stocastica ne avevo già discusso con Pietro Muni e gli avevo
proposto di attuarla sulla base delle competenze, come conoscenze, abilità e capacità espresse
in un dato contesto lavorativo ( la rappresentanza della dimensione lavorativa – art. 1. Costituzione)
in questo modo sarebbero rappresentati tutte le fasce della popolazione. Gli interessi quindi
verrebbero ponderati tra le varie componenti sulla base della prevalenza di un valore o principio
su un altro. Ma…. E a questo proposito rammento sempre la famosa frase di Rossini rivolta ad un giovane
compositore, pieno di voglia di agire: C’È DEL BELLO E C’È DEL NUOVO. PECCATO, PERÒ, CHE MENTRE
IL BELLO NON È NUOVO, IL NUOVO NON È BELLO.” Come raggiungere un obiettivo, quali sono le difficoltà?
La pianificazione strategica
parla di ANALISYS SWOT al fine di valutare i punti di forza, le debolezze, le opportunità e le minacce
di un progetto e di obiettivi SMART, specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti E COME RENDERE UN
OBIETTIVO BASATO SUL TEMPO Se esiste una gerarchia di obiettivi nella differenza tra teoria e pratica?
Ho più volte ascoltato riferimenti a Maslow e il concetto di Piramide dei bisogni che fa risalirele spinte motivazionali a fattori interni, ignorando l’interazione con l’ambiente esterno e quindi
L’ambiente verso cui ci si rivolge: Bel problema considerando che la maggior parte delle persone,
ipnotizzate dalla Tv e dal pensiero dominante, inteso come richiesta di bisogni, i primi due stadi
della Piramide di Maslow che ha come pecca di ignorare L’INTERAZIONE CON L’AMBIENTE ESTERNO,
sono in qualche modo passivi e ingabbiati negli IDOLA baconiani ( i pregiudizi della società,
i pregiudizi della mente, quelli del linguaggio, per cui molte parole non hanno significato,
non corrispondono a nulla di reale, sui quali occorre riflettere: E poi emergono gli attivisti,
quelli Ostrogoski individua in due categorie: gli estremisti che lo chiedono meglio che correre e
si lanciano una velocemente verso ogni possibile obiettivo pronti a rovesciare calpestare il nome
di nuove rivoluzione e i moderati che non sono sicuramente avventurieri ma si sentono sicuri nel
cammino tracciato verso un obiettivo comune verso cui aver benefici. Proposte sono innumerevoli,
ogni gruppo ha una sorta di verità in tasca e spinge per la sua realizzazione ma non si tratta di
COSA ma di COME interagire con strutture della società complesse da un parte e malleabili dall’altra
in grado cosi di assorbire tutte le spinte che vengono dall’esterno per annullarle. E’ questo a mio
avviso il più grande problema. La proposta di Guido De Simone di collegare l’ambiente del
volontariato come interfaccia per suscitare interesse collettivo mi sembra attuabile per estendere
valide proposte di LIP di cui si discute.Caro Giuseppe,
Sono molto faorevole alla democrazia diretta,
(Credo che tu lo sappia).
Ma non considero, nemmeno quello, “lo strument unico salvifico”.
Quindi sono convinto che convenga:
– collaborare con altri.
– diventare numerosi a volere le democrazia diretta.
– ottenere anche gli altri strumenti indispenbili per prendere bone decisioni collettive.Caro Caspiat,
Ti raccomando di tenere conto del volume del lavoro da fare.Sono stato per piu’ di 10 anni membro di un consiglio comunale.
Ogni anno si devono decidere una 60 di cose, per una cittadina di circa dieci mila abitanti.Per ognuna delle cose, per decidere occorre studiare i rapporti dei tecnici e cosa si e’ detto nelle commissioni.
Per prepararsi degnamente ad una riunione del consiglio ( una al mese) occorre circa una settimana di studio: lettura documenti – visita sul posto – discussione con i residenti … .
= = =
Mentre io facevo quello altri prendevano decisioni cantonali … altri a livello federale … .Coma fai a fare tutto questo raccogliendo tutti i cittadini in assemblee ?
20 Novembre 2021 alle 17:42 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5842 Score: 0Caro Caspiat,
mi pare che vorresti superare la dmeocrazia rappresentativa con le “assemblee civiche”.
Ci spieghi come funzionerebbero ?
“I tre poteri dello stato con sopra il cartello – assemblea civica” … non basta a farmi capire.Grazie
24 Ottobre 2021 alle 11:45 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5817 Score: 1Caro Caspiat,
Ottima la proposta delle assemblee cittadine.
Conviene precisarne le forme e la struttura.
= = =
Tu scrivi: ” il referendum propositivo non è necessario, perché é insito nella struttura del sistema.”Il fatto che “si insito” non ne svela la struttura, la forma, le regole ed i modi di uso … ecc ecc e comunque il fatto che sarebbe “insito” ne dimostrerebbe la necessarietà.
Quindi non pare anche a te opportuno discuterne ?
= = =
A parte questo, mi pare poco probabile che gente che aveva rischiato la vita durante il ventennio del fascismo perche’ sostenitori della democrazia, runiti un giorno in una Costituente, avessero intenzione di lavorare per “escludere i cittadini dalle decisioni”.
Quello scopo e’ di certo diffuso in certi ambienti ( partitici), ma riescono nel loro scopo solo tradendo lo spirito della Costituzione e cercando di manipolarla.Per fortuna la lotta per piu’ democrazia in Italia ha una storia, sarebbe un grave errore trascurare questo fatto : indebolirebbe gli sforzi e ridurrebbe le energie disponibili.
12 Ottobre 2021 alle 9:49 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #5781 Score: 0Qualche commento di carattere storico lo si trova in questi articoli, presenti nel sito:
12 Ottobre 2021 alle 9:45 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #5780 Score: 0Caro Cespiat,
credo che la democrazia rappresentativa sia nata li’ dove si fosse deciso di nominare un rappresentate / incaricato / capo tribu … designato all’incarico pubblico dalla collettivita.
Per questo risponderei alla tua domanda dicendo che di certo la democrazia rappresenttiva era presente:
– nell’antica grecia.– nell’antica Roma
e probabilmente anche in altre società precedenti.
In molte di quelle società, oltre ad enti e cariche definite in base alla democrazia rappresentativa, erano presenti anche strumenti di demorazia diretta.Lo stesso ( probabilmente seguendo la tradizione dell’antica Roma) accadeva nei liberi comuni e repubbliche medioevali ( Venezia … ecc ecc).
E da li’ poi passarono e si strutturarono nella costituzione USA ( i costituenti USA fecero un vaggio di studio a Venezia per raccoglierne l’esperienza), e nella rivoluzione francese.
- Questa risposta è stata modificata 2 anni, 6 mesi fa da Leonello Zaquini.
NOTA:
nella nostra Bibliografia non c’era il mio libro “La democrazia diretta vista da vicino”.
Lo ho recensito ed aggiunto nella lista dei “recensiti”:
:https://www.piudemocraziaitalia.org/bibliografia-testo-recensito/)- Questa risposta è stata modificata 2 anni, 6 mesi fa da Leonello Zaquini.
Nicola, in una chat, elenca i libri che trattano di democrazia.
Direi di archiviarli qui per poi trattarli nella nostra pagina: “Bibliografia”.
Sergio Romano – Guerre, debiti e democrazia. Breve storia da Bismarck a oggi.epub
Juan Carlos de Martin – Università futura. Tra democrazia e bit.epub
Luciano Canfora – La democrazia.epub
Fabio Chiusi – Critica della democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova dei fatti.epub
Anonimo Ateniese – La democrazia come violenza (a cura di Luciano Canfora).epub
Jose Ortega y Gasset – Democrazia morbosa.pdf
Claudio Magris, Stefano Levi Della Torre – Democrazia, legge e coscienza.epub
Jacques Ranciere – L’odio per la democrazia.epub
Giovanni Orsina – La democrazia del narcisismo.epub
Gianfranco Pasquino – Minima politica. Sei lezioni di democrazia.epub
Christian Meier – Cultura, libertà e democrazia.epub
Piergiorgio Odifreddi – La democrazia non esiste.epub
Mauro Barberis – Come internet sta uccidendo la democrazia.epub
Adriano Olivetti – Democrazia senza partiti.epub
Pierre Rosanvallon – Controdemocrazia.epub
Antonio Pascale, Luca Rastello – Democrazia, cosa puo fare uno scrittore.epub
Vincent Azoulay – Pericle. La democrazia ateniese alla prova di un grand’uomo.epub
George G. Szpiro – La matematica della democrazia.epub
Richard A. Posner – La crisi della democrazia capitalista.epub
Giorgio Napolitano, Gustavo Zagrebelsky – L’esercizio della democrazia.epub
Jean-Luc Nancy – Verita della democrazia.epub
AA.VV. – Carabinieri per la democrazia.epub
Stefano Rodota – Iperdemocrazia.epub
Ralf Dahrendorf – Dopo la democrazia.epub
Carlo Gabardini – Churchill. Il vizio della democrazia.epub
Stefano G. Azzara – Democrazia cercasi.epub
Sabino Cassese – La democrazia e i suoi limiti.epub
Gyorgy Lukacs – La democrazia della vita quotid.epub
Giovanni Bianconi – Carabinieri per la democrazia.epub
Sergio Romano – Morire di democrazia.epub
Alfio Mastropaolo – La democrazia e una causa persa.epub
Noam Chomsky – La democrazia del grande fratello.epub
Naomi Klein – Shock politics. L’incubo Trump e il futuro della democrazia.epub
Loretta Napoleoni – Democrazia vendesi.pdf
Colin Crouch – Postdemocrazia.epub
Colin Crouch – Combattere la postdemocrazia.epubConsiderazioni fatte in “chat” in preparazione della discussiione via rete.
= = =Purtroppo io sabato non ci posso essere per impegni di politica locale, prego scisarmi per l’assenza.
Il tema che introdurrei volentieri e’ quello della “Sfiducia costruttiva”. Il tema in fondo lo aveva (indirettamente) proposto FRaccaro, che lo proponeva come norma di legge.Se avessi potuto intervenire, avrei portato l’esempio Svizzero dove non esiste la “sfiducia costruttiva” e nemmeno la “sfiducia” e quindi nemmeno il “porre la fiducia”, questo comporta il fatto che i rappresentanti
– votano SUL CONTENUTO DELLA PROPOSTA, non “per altro”.
Inoltre:
– Votano come credono corretto ( non esiste il “voto di squadra” … la “disciplina di partito” … ecc ecc).Quindi le decisioni prese a maggioranza corrispondono ad una “maggioranza vera, di persone individualmente pensanti sul tema in votazione”.
Questo migliora la qualità delle decisioni prese dagli organi legislativi.
La “disciplina di partito” come anche la “disciplina di governo”, invece falsano le maggioranze sul tema specifico in votazione:
– si perde in rappresentantività delle decisioni. Anche tra gli elettori di uno stesso partito su ogni tema specifico ci sono sempre opinioni diverse. Se tutti i rappresentanti di quel partito “ubbidiscono alla maggioranza del partito” la decisione finale non rispecchia la volonta’ dei cittadini: il sistema rappresentativo non e’ rappresentativo.
– la maggioranza effettiva delle opinioni (anche nell’organo legislativo) sul tema specifico potrebbe essere diversa da quella che si esprime: l’organo legislativo non risulta “rappresentativo nemmeno di se’ stesso.
– la “disciplina di partito” ( o “di governo”) inducono i rappresentanti a : non studiare i temi in votazione.– La qualita’ delle decisioni ne risente.
= = =La “fiducia costruttiva” serve per rendere più stabii i governi e con questo si riduce il problema del voto dei rappresentanti “per altro” e non per il tema posto in votazione.
Questo modo di votare “non sul tema specifico, ma per altro, nella cultura politica diffusasi nel paese dove vivo ( la Svizzera) e piuttosto rispettata anche da molti cittadini, e’ detto ” Voto gregario” = voto non sui contenuti .
E’ sinonimo di incivilta’, ed e’ anche piuttosto diffusa la regola: “meglio non votare che sbagliarsi a votare” ( per cui e’ meglio che non ci sai il quorum, che trasforma l’astensione in voto … ).
Nel Parlamento italiano e’ prassi corrente forzare i parlamentari a “votare in modo gregario”.
La sfiducia costruttiva, ridurrebbe questa prassi.
= = =il tema della sfiducia costruttiva si affianca al tema dei ” governi collegiali ” : entrambe le soluzioni mirano a liberare gli organi legislativi dal ricatto della ” crisi di governo – tutti a casa ” e consente di :
– votare sui contenuti delle leggi proposte.Se anche una legge proposta dal governo ( che la decide a maggioranza al suo interno ) non passa … semplicemente quella legge non passa .
Il governo ( sempre discutendola al suo interno e decidendo anche li’ a maggioranza) se vorra’ ne proporra’ un altra … e cosi’ via.Dove esistono ” governi collegiali ” le crisi di governo proprio non ci sono.
Anche perche’ spesso ( a livello comunale e cantonale ) i membri dell’ esecutivo sono stati eletti dai cittadini : sono risultati i piu’ votati nelle liste dei diversi partiti che li hanno presentati … si trovano a dover cooperare tra di loro nel governo ( nel quale anche si decide a maggioranza ) come quelli che sono stati eletti nell’ organo legislativo .La ” destituzione ” di un ministro puo’ essere decisa per il suo non rispetto delle regole della collegialita’ o altre gravi mancanze . Al suo posto subenttera’ il primo non eletto .
Altre volte la ” crisi di governo ” puo’ essere decisa dai cittadini stessi che , come hanno deciso la composizione del governo, possono revocarlo e rieleggerlo ( questo e’ possibile in alcuni cantoni, non in tutti e non a livello federale ).
Questo e’ il sistema svizzero dei governi collegiali che sono anche ” rappresentativi ” delle posizioni dei cittadini : anche al loro interno si decide a maggioranza.In altri paesi ( Germania … ed altri ) invece i governi sono frutto di ” accordi tra partiti ” ( come da noi ) , ma la ” crisi di governo ” , pur se possibile , implica l” indicazione del nuovo governo .
Questo riduce il fenomeno della ” crisi / ricatto ” per imporre il risultato di votazioni .===
Trovatealtri dettagli nel forum , in corrispondenza ai due diversi punti .
Per esempio qui sui governi collegiali :
https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/governi-collegiali-e-rappresentativi/#post-4888
- Questa risposta è stata modificata 2 anni, 6 mesi fa da Leonello Zaquini.
;io commento:
= = =
Grazie Renzo ( Renzo Consoli), trovo sia molto interessante.E ritengo che sia importante farlo conoscere ( e possibilmente promuovere) a livello nazionale e locale.= = =Un piccolo appunto: lo strumento di democrazia di cui si parla mi pare correttamente definito nelle prime righe del testo:“democrazia partecipativa”,infatti lo strumento serve per permetter uno scambio di informazioni ed opinioni tra cittadini e legislatori.La “democrazia deliberativa” concerne quegli strumenti che sono coinvolti nel processo deliberativo. Non mi pare che questo sia il caso. -
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