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  • in risposta a: Il tena del Quorum, #1295 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Haï ragione, Nicola. Quella combinazione che dici sarebbe possible e sarebbe disequilibrata, e svantaggiosa rispetto al SI. Ma il ” quorum approvativo”

    1) ha in vantaggio di non creare una ” alleanza ” tra astensione e NO.

    2) e’ stato concordato in Commissione.

     

    Suggerisco di concentrarci per contribuire alla migliore definizione dei problemi non ancora affrontati e sui quali i parlamentari forse non sono nemmeno informati.

     

    Per esempio temo non sappiano che esiste il ” libretto delle votazioni ” ( non lo sa nemmeno Travaglio … ). E gli altri problemi.

    ===

    Ai problemi se ne aggiungono due:

    11) possibilita di voto DOPPIO SI in caso di controproposta.

    12) conservare la ” legge di iniziativa popolare a voto consiliare ” ora esistente .

     

    Siccome i problemi sono gia numérosi  ( 12 ) suggerisco di selezionare quelli che ci paiono i piu importanti e verificare se su quelli troviamo il consenso tra di noi piu rapidamente.

     

    in risposta a: Il tena del Quorum, #1291 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Proposta di mio testo di messaggio a Travaglio.

    Penso opportuno un testo “personale” (con riferimenti alla Svizzera).
    Gradisco  e sollecito suggerimenti e consigli da parte vostra.

    Grazie.
    = = =
    <p align=”left”><span style=”font-size: large;”><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>Caro Travaglio,

    Ho letto con una certa sorpresa il tuo articolo sul tema del « Quorum ».
    </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>Mi pare opportuno informarti di una cosa che mi pare ti sfugga : </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>in Italia </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>un referendum co</span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>s</span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>tituzionale non ha nessun quorum !

    </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>Visto il tuo articolo </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>apparso sul Fatto Quotidiano </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>l’ 8 gennaio scorso, </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>presumo che la cosa ti </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>sfugga e ti </span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”>sorprenda.
    </span></span></span></p>
    <p align=”left”><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”><span style=”font-size: large;”>Non ti pare che : « qualunque lobby spalleggiata</span></span></span></p>
    <p align=”left”><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”><span style=”font-size: large;”>dai soliti giornaloni » possa quindi modificare la costituzione ?
    </span></span></span></p>
    <p align=”left”><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: Verdana, sans-serif;”><span style=”font-size: large;”>Come è possibile che la rottamazione della Costituzione non si sia concretizzata secondo la volontà delle lobby  così ben propagandanta dai « giornaloni », il 4 dicembre 2016?

    Caro Travaglio (permettimi di darti del tu, data la vicinanza di idee ed il fatto che ci conosciamo già dal tempo dei « Grotondi »), so bene che sul tema « quorum » presso gli italiani c’è poca dimestichezza ( e molta confusione).
    I casi della vita mi hanno portato a vivere in Svizzera. Ho avuto modo di interessarmi ed informarmi sul tema della democrazia diretta, che « vedo da vicino » (ci ho scritto sopra anche un libriccino, Pubblicato dalla Mimesis: «  la democrazia diretta vista da vicino »).

    Qui in Svizzera i referendum, come anche le « leggi di iniziativa popolare » che possono essere « a voto popolare » (come quella proposta di recente dal Ministro fraccaro) oppure « a voto consigliare » (come quella già prevista dalla costituzione), non hanno quorum proprio come in nostri referendum costituzionali.

    Come ovviare all’inconvenietne della « lobby che informa »?

    L’informazione nel caso di queste votazioni popolari  non è nè prerogativa dei « giornaloni » e nemmeno dei « giornalini » e neppure delle «  tivi » , ma è conseguenza di una cosa piuttosto seria e che accompagna normalmente gli strumenti di democrazia diretta nei paesi dove questa esiste , dalla Svizzera alla California : il « libretto delle votazioni ».

    Il « libretto » à costituito da almeno tre capitoli (quattro in California).
    Per ogni tema in votazione (in Svizzera sono circa una ventina ogni anno) un ufficio federale (per le votazioni federali), o la cancellaria cantonale o comunale (per le votazioni cantonali o comunali) redigono un testo in tre capitoli.

    Capitolo 1- « Il problema in breve » : in cosa consiste i problema e come è affrontato in altri paesi e/o cantoni. Testo oggettivo e neutro.
    Capitolo 2- «  Argomenti a favore », scritto in collaborazione con il comitato di iniziativa.
    Capitolo 3- «  argomenti contro », scritto in collaborazione con le associazioni contrarie alla iniziativa.

    Il « libretto » è un esempio di informazione : Pubblica, Gratuita, Pluralista.

    Siccome una delle lingue nazionali svizzere è l’ italiano il « libretto delle votazioni » chi vuole lo può anche scaricare dalla rete nella lingua di Dante usata non solo in Toscana, ma anche nel Canton Ticino e nei Grigioni:
    https://www.bk.admin.ch/bk/it/home/documentazione/nuovo-design-opuscolo-informativo-votazioni.html

    Anche il costituzionalista Azzariti è stato informato del fatto che : «Il referendum costituzionale in Italia è senza quorum » (anche a lui palesementa la cosa sfuggiva)

    Condivido l’apprezzamento del fatto che il ministro Fraccaro abbia accettato una mediazione (tua risposta ad una lettera dal titolo « Buon segno »), che probabilmente si concretizzerà nella forma di un « quorum di approvazione » al 25 %. Certamente sui temi costituzionali e sugli strumenti della democrazia conviene cercare il massimo consenso. Se sul tema « quorum » gli italiani sono un po’ ignoranti ( giornalisti …costituzionalisti … ecc ecc), occorre : accettare la realtà e poi cercare di ovviare all’ignoranza, informando.
    Spero con questo mio messaggio di avere informato te, ed i lettori del Fatto Quotidiano.</span></span></span></p>
     

    in risposta a: Il tena del Quorum, #1286 Score: 1
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    <span class=” UFICommentActorAndBody”> <span data-ft=”{"tn":"K"}”><span class=”UFICommentBody”>Propongo una lista di temi da discutere, su cui riflettere.

    = = =
    1- raccolta firme, merita una semplificazione ( tema suggerito anche da Matteo Salani).
    2- redazione delle leggi di inizativa popolare:
    a) redazione succinta?
    b) redazione dettagliata?
    c) a & b ?
    come gestirle ?

    3- Che regole nella costituzione del comitato di iniziativa? Esiste un controllo del bilancio del comitato di iniziativa? Si assicura la trasparenza dei finanziamenti ?

    E aggiungo:

    3-b – Chi e come decide la “ricevibilità”? In Italia c’e’ (per fortuna) una “corte costituzionale”. In che momento interviene?
    a) prima della raccolta firme?
    b) ad un certo momento della raccolta?
    c) dopo la raccolta?

    Il punto e’ importantissimo.
    In Svizzera (pur tra tanti punti positivi) non e’ risolto affatto bene:
    a) al momento della costituzione del comitato la “cancelleria” fa un controllo formale.

    Ma il peggio e’ che:
    b) dopo la raccolta delle firme, l’organo legislativo (si! Lui! … conflitto di interessi macroscopico … ) decide la “ricevibilita’ ”

    4 – Controproposta. La redige il parlamento ? La redige il governo con approvazione del parlamento? … viene interpellato il comtato di iniziativa? Come

    5- come e quando il comitato di iniziativa decide sulla accettazione o meno della controproposta? Che strumenti di dialogo tra legislativo e comitato ?

    6- Come si decide che il dialogo e’ finito e che nasce una controproposta da essere votata?

    7- Quando, come viene annunciato il voto popolare?

    8 – Quando e come viene redatto e messo a disposizione il “libretto delle votazioni”?

    9- che vincoli che limiti e che controlli alla pubblicita’ e propaganda elettorale?

    10- se il quorum (cosi’ come abbozzato dalla commissione) vera’ accettato dal Parlamento, come si gestisce il “quorum approvativo” tra la proposta e la controproposta ? ( Problema: se va a votare il 50% degli aventi diritto al voto e 24% vota la controproposta, 23% vota la proposta, e 3% vota NO … vince il NO? Non mi parrebbe corretto: il limite del 25% approvativo dovrebbe valere per affermare che “almeno il 25% desidera il cambiamento” ).

    Mi paiono tutti problemi importanti da esaminare e, per quanto possibile, suggerire proposte.

    Direi di impegnarci tutti a: riflettere, e fare riflettere.</span></span></span>

    in risposta a: Il tena del Quorum, #1285 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Si roberto,

    HO anche io capito come dici: il caso della Danimarca e’ quello che si presenta come il piu’ vicino.

    Sarebbe interessante se Dario ci passasse delle  informazioni / indicazioni.

    = = =
    Intato io propongo di esamonare altri problemi, che suggerisco di studiare tra di noi … proseguire con un dibattito il piu’ possibiel allargato e pubblico, e trasmettere i risultati (se ne avremo la possibilita’) ai legislatori.

    Qui di seguito i punti che porpongo alla riflessione di tutti noi per l’individuazione di proposte.

    in risposta a: Il tena del Quorum, #1279 Score: 1
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Un panorama sul tema:
    = = =

    https://www.linkiesta.it/it/article/2016/04/18/referendum-nei-paesi-dove-non-ce-il-battiquorum/30018/?fbclid=IwAR06dsteuhJOqQdlLabviYjQbnbBCkLO5dbjZcO0t-mil_Mo8Tt66eWetlg
    </div>

    È tutta una questione di quorum. Il referendum sulle trivelle, o meglio per l’abrogazione della norma che prevedeva il prolungamento della concessione all’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia fino all’esaurimento dei giacimenti, alla fine si è rivelato nullo perché a votare è andato solo il 31,2% degli aventi diritto (circa 15 milioni di persone) e non il 50% come previsto dalla Costituzione. Non è stato raggiunto quorum, appunto, cioè il “numero legale” necessario per rendere valido il voto. Uno strumento che la stessa riforma costituzionale (il ddl Boschi) approvata in via definitiva alla Camera modificherà: il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50%, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila anziché 500mila, la percentuale viene ridotta. Basterà che vada a votare il 50% dei votanti dell’ultima tornata elettorale, e non degli aventi diritto.

    Il quorum, però, non è istituto di poco conto. Matteo Renzi, nemico del referendum sulle trivelle sollevato dalle regioni, ha invitato a non andare a votare con l’obiettivo di rendere nulla la consultazione. Il Movimento cinque stelle, che invece ha appoggiato il sì nel referendum sulle trivelle, dopo il risultato elettorale è tornato a rilanciare la vecchia battaglia dell’abolizione del quorum nei referendum «perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere», si legge sul blog di Beppe grillo.

    «Introdotto per prevenire le distorsioni che risultano da una bassa partecipazione, alla fine il quorum contribuisce a diminuire la partecipazione introducendo distorsioni nei risultati dei referendum», scrivono due politologi, Luiz Francisco Aguiar-Conraria e Pedro C. Magalhães nel paper Referendum Design, quorum rules and turnout, in cui analizzano i risultati di 109 referendum nazionali in Europa dal 1970 al 2007.

    Introdotto per prevenire le distorsioni che risultano da una bassa partecipazione, alla fine il quorum contribuisce a diminuire la partecipazione introducendo distorsioni nei risultati dei referendum, scrivono Luiz Francisco Aguiar-Conraria e Pedro C. Magalhães

    La maggior parte degli Stati nel mondo non prevede il raggiungimento del quorum per rendere valido il risultato di un referendum. Ma l’Italia non è l’unico Paese in Europa a farlo. Quindici Stati membri dell’Ue oggi prevedono sia quorum di partecipazione sia “quorum di approvazione”. In quest’ultimo caso una certa percentuale di votanti deve dire sì per far passare una data proposta. Una soluzione che, secondo la Venice Commission del Consiglio d’Europa, è preferibile perché crea meno distorsioni rispetto al quorum di partecipazione.

    Oltre all’Italia, nell’elenco troviamo Bulgaria, Croazia, Danimarca, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia. Ogni Stato ha i suoi dettagli. Come l’Italia, Bulgaria, Croazia e Malta, richiedono un quorum di partecipazione del 50% nei referendum abrogativi. In Lettonia, tranne nel caso di referendum costituzionali, il quorum richiesto è della metà dei votanti che hanno partecipato all’ultima tornata elettorale. In Polonia e Portogallo, se la partecipazione non raggiunge la metà dei votanti, il risultato del referendum è solo consultivo e non vincolante.

    L’Ungheria prevede un quorum di approvazione del 25 per cento. In Danimarca, una modifica della Costituzione deve essere approvata dal 40% dell’elettorato; nel caso del referendum abrogativo, il testo messo al voto è respinto solo se il 30% dell’elettorato lo respinge.

    In alcuni casi, è richiesto un quorum particolarmente alto per decisioni fondamentali. In Lettonia, quando un emendamento costituzionale è sottoposto al referendum, deve essere approvato da più del 50% dei votanti registrati. In Lituania, alcune decisioni particolarmente importanti legate alla sovranità possono essere modificate solo da una maggioranza di tre quarti dell’elettorato (75%), mentre altre questioni legate allo Stato e alle revisioni costituzionali richiedono la maggioranza dell’elettorato. In Croazia, invece, è richiesto il sì della maggioranza dell’elettorato nel caso di fusione con altri Stati. In Olanda, si richiede un quorum di partecipazione del 30%, cifra appena raggiunta nel referendum sul patto tra Europa e Ucraina, con la vittoria del no.

    In Germania solo in alcuni land i referendum sono validi se viene raggiunto un quorum di approvazione. Lo stesso accade in alcuni Stati americani: Wyoming e Minnesota hanno un quorum di approvazione; Massachusetts, Mississippi e Nebraska prevedono un quorum di partecipazione.

    La richieste del quorum nei referendum locali e regionali, invece, è rara. In Belgio, ad esempio, è richiesta la partecipazione del 10% a livello provinciale e del 20% a livello comunale. Patria dei referendum senza quorum, invece, è la Svizzera. Dove dall’inizio dell’anno si è già votato per quattro diversi referendum.

    Schermata 2016 04 18 Alle 15

    (Tratto da Luiz Francisco Aguiar-Conraria e Pedro C. Magalhães nel paper “Referendum Design, quorum rules and turnout”)

    in risposta a: Caso Azzariti / Fatto quotidiano #1275 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Riprovo a continuare:
    = = =

    La Costituzione dice che: « Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni » ( ART 94) mentre lei ci fa sapere che anche solo una « controproposta » di legge non accettata dai cittadini comporterebbe delle dimissioni!
    Egregio Professor Azzariti, le assicuro che questo visione “plebiscitaria” dell’organo Esecutivo, oltre a non trovare posto nell’ordinario sistema rappresentativo mi risulta apertamente contraria alla Costituzione Italiana                                                                                                                      </span></span>

    Il fatto è che sia nel nostro Consiglio comuale  come nella Costituzione italiana siamo così « sofisticati » da riuscire a fare distinzione tra : « giudizio sul contenuto di una SPECIFICA PROPOSTA »

    Lei invece non ci riesce?
    Le confesso che questa incapacità a distinguere le due cose e la pretesa di una « fiducia assoluta ed incrollabile » mi fa pensare ad altri regimi, non a quello democratico.

    E veniamo ad un altro tema.
    Dove vivo i cittadini sono chiamati a votare (vocabolo distinto dall’ eleggere … ), su una decina di temi diversi, a volte anche difficili e tecnicamente complessi.

    In ogni paese c’e’ sempre di tutto ma qui dove vivo si è radicata la buona norma consistente nel tenere presente che : « Meglio non votare che sbagliarsi a votare » (la frase la si sente dire anche la bar).
    Per cui capita che persone anche molto immpegnate politicamente dichiarino: « Non ho votato. Non ho avuto tempo per prepararmi sul tema. Il mio sarebbe stato solo un voto gregario » (il « voto gregario » è quello non sui contenuti specifici ma dato per simpatia/ antipatia per i propositori / oppositori. Il « voto gregario » e’ sinonimo di inciviltà. Anche in cosnglio comunale i consiglieri che votano sempre come la maggioranza del loro gruppo consiliare sono visti con sospetto: « che votino in modo gregario? » … « come mai non hanno mai idee diverse? » … « le delibere, loro le leggono? » … « che siamo dei lèche cul ? », scusi il francesismo: qui si parla francese.

    Evidentemente questa forma di « astensionismo civile e intelligente » produce un vantaggio: le decisioni sono un po’ migliori, dato che chi si esprime lo fa perchè presume di essere informato e preparato, altrimenti si astiene.
    Resta il fatto che anche se a votare spesso sono solo pochi, (spessissimo meno del 30% degli aventi diritto al voto) il numero dei votanti è decisamente superiore e più rappresentativo che non le poche decine o centinaia di «rappresentanti », spesso tutti esercitanti il medesimo mestiere del « prolitico di professione ».

    Questo è possibile perchè in Svizzera, come normamente nel mondo nei paesi dove esitono strumenti di democrazia diretta, non esiste alcun quorum che attribuisce il potere legislativo agli astensionisti e quindi impedisce il vero astensionsimo visto che proprio chi non vota DETERMINA l’esito della votazione.

    Quanto alla sua preoccupazione: «si alzano in 10 la mattina e decidono cosa fare » la informo che nel mondo intero (dove il Quorum è visto come una  particolarità italiana, come la pasta all’amatriciana) il problema è stato già affrontato ed efficacemente risolto: l’informazione sulla imminenza di un voto ed i suoi contenuti non è prerogativa di « canali privati » di comuncazione e non è gestita come la « pubblicità » ma è pubblica e strutturata anche mediante la messa a disposizione degli elettori del « libretto delle votazioni », che contiene le informazioni sia a favore che contro ad ogni tema in votazione.

    In proposito soluzioni interessanti ed innovative sono state sperimentate negli USA (molto interessante il caso dell’Oregon), ma il tema si fa specifico. E non voglio disturbarla ulteriormente.

    Sappia che sono conunque disponibile per ogni possibile chiarimento e/ o informazione. Mi mettero’ a sua disposizioe con molto piacere. Sia io che l’associazione piudemocraziaitalia, di cui sono membro, siamo al servizio suo e di tutti coloro che vogliano approfondire il tema della democrazia ed in particolare della democrazia diretta moderna.

    Concludo per segnalarle che la letteratura in questo settore è già imponente. Soprattutto raccomando la « Guida alla democrazia diretta » dell’ Isituto Europeo per l’ Iniziativa ed il Referendum (IRI)
    E mi permetto di segnalarle il mio libriccino « La democrazia drietta vista da vicino » Ed. Mimesis.

    Se lei vorrà trasmettermi un suo indirizzo volentieri gliene farò  omaggio.
    Grazie per l’attenzione. Distinti saluti.

    Leonello Zaquini

    in risposta a: Caso Azzariti / Fatto quotidiano #1274 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Purtroppo il testo della seconda parte del messaggio ad Azzariti, e’ come lo vedete qui sopra.
    Ma non solo: la piattaforma del forum non mi consente piu’ ne’ di modificare nè di cancellare il messaggio (domando se e come questo limite possa essere superato).

    in risposta a: Caso Azzariti / Fatto quotidiano #1272 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    comtinuazione.
    = = =

    La Costituzione dice che: « Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni » mentre lei ci fa sapere che anche solo una « controproposta » di legge non accettata dai cittadini comporterebbe  dimissioni !

    Egregio professore Azzariti, le assicuro che questa visione « plebiscitaria » dell’organo Esecutivo di uno <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>S</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>tato, oltre a non </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>trovare posto</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> del</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>l’ordinamento di un normale</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> sistema rappresentativo </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>mi risulta</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> apertamente contraria alla Co</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>s</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>tituzione italiana. </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>I</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>l</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> fatto è che</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> sia nel nostro </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>C</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>onsiglio comuale</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>d ella mia cittadina</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> come nella Cosittuzione italiana siamo cos</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ì</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> « sofisticati » da riuscire a fare distinzione tra : « giudizio sul contenuto di una SPECIFICA PROPOSTA » </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>e </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>« fiducia all’esecutivo ». </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Lei invece non ci riesce?</span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Le confesso che questa incapacità a distinguere le due cose e la pretesa di una « fiducia assoluta ed incrollabile » mi fa pensare ad altri regini, non a quell</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>o</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> democratic</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>o</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>.</span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>E veniamo ad un altro tema.
    Dove vivo i cittadini sono chiamati </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ogni anno </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>a votare (vocabolo distinto dall’ eleggere … ), su </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>più </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>una decina di </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>temi</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> diversi, </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>a volte anche difficili e tecnicamente complessi.  </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>In un paese c’e’ sempre di tutto ma qui </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>dove vivo </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>si è radicata la </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>buona norma </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>consistente nel </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>tenere presente che : « Meglio non votare che sbagliarsi a votare » (la frase la si sente dire anche la bar).
    </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>P</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>er cui capita che persone anche molto immpegnate politicamente dichiarino: « Non ho votato. Non ho avuto tempo per prepararmi sul tema. Il mio sarebbe stato solo un voto gregario » (il « voto gregario » è quello non sui contenuti specifici ma dato per simpatia/ antipatia per i propositori / oppositori. I</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>l</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> « voto gregario » e’ sinonimo di inciviltà.</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Anche in cosnglio comunale i consglieri che votano sempre come la maggioranza del loro gruppo consiliare sono visti con sospetto: « che votino in modo gregario? » … « come mai non hanno mai idee diverse? » … « le delibere, loro le leggono? » … « che siamo dei lèche cul ? », scusi il francesismo: qui si parla francese </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>).</span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Evi</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>d</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>entemente questa forma di « astensionismo civile e intelligente » produce un vantaggio: le decisioni sono </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>un po’ </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>migliori, dato che chi si esprime lo fa perch</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>è</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> presume di essere informato e preparato, altrimenti si astiene.
    </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Resta il fatto che anche se a votare spesso sono solo pochi ( s</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>p</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>essissimo meno del 30% degli aventi dirtto al voto) il nu</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>m</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ero dei votanti è decisamente </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>superiore e </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>più rappresentativo che non le poche decine o centinaia di «rappresentanti », spesso tutti esercitanti il medesimo mestiere del « prolitico di professione ». </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Questo </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>è</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> possibile perchè in Svizzera, come </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>normamente</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> nel mondo </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>nei paesi dove esitono strumenti di democrazia diretta</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>, </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>non esiste il alcun quorum che attribuisce il potere legislativo agli astensionisti e qu</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>i</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ndi impedisce il vero astensionsimo visto che proprio chi non vota DETERMINA l’esito della votazione. </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Quanto alla sua preoccupazione: «si alzano in 10 la mattina </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>e decidono cosa fare » </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>la informo che nel mondo intero (dove i</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>l</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> Quorum è visto come una  particolarità italiana, come la pasta all’amatriciana) </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>il problema è stato </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>già affrontsato ed </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>efficacemente risolto: l’informazione sulla imminenza di un voto ed i suoi contenuti non è prerogativa di « canali privati » di comuncazione e non </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>è</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> gestita come la « pubblicità » ma è pubblica e strutturata anche mediante la messa a disposizione degli elettori del « libretto delle votazioni », che contiene le informazioni sia a favore che contro ad ogni tema in votazione. </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>In proposito soluzioni inter</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>e</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ssanti ed innovative sono state sperimentate negli USA (molto interessante il caso dell’Oregon), ma il tema si fa specifico. E non voglio disturbarla ulteriormente. </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Sappia che sono conunque disponibile per ogni possibile chiarimento e/ o informazione. Mi mettero’ a sua disposizioe con molto piacere. Sia io che l’associazione piudemocraziaitalia, di cui sono membro, siamo al servizio suo e di tutti coloro che vogliano approfondire il tema della democrazia ed in particolare della de</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>m</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ocrazia diretta moderna. </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Concludo per segnalarle che la letteratura in questo settore è già imponente. Soprattutto raccomando la « Guida alla democrazia diretta » dell’ Isituto Europeo per l’ Iniziativa ed il Referendum (IRI)
    E mi permetto di segnalarle il </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>m</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>io libriccino « La democrazia drietta vista da vicino » Ed. Mimesis. </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Se lei vorr</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>à</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> trasmettermi un suo indirizzo volentieri gliene far</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>ò</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”> omaggio.
    </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Grazie </span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>p</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>er l’att</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>e</span></span></span></span><span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>nzione. Distinti saluti. </span></span></span></span>

    <span style=”color: #000000;”><span style=”font-family: MercuryRoman, serif;”><span style=”font-size: small;”><span lang=”fr-CH”>Leonello Zaquini</span></span></span></span>

    in risposta a: Democrazia nel cotrollo della qualita' dei servizi #1238 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Ecco il risultato con i commenti di Maurizio B. integrati nel testo.
    Maurizio  verifichera che l’integrazione dei suoi commenti sia soddisfacente.

    = = =

    “Linee guida per l’organizzazione di servizi pubblici efficienti e controllati democraticamente”

    Piudemocraziaitalia

    Proposta, V2 , di Leonello Zaquini (integrati i commenti di Maurizio B.)
    = = =

    1 – DEFNIZIONI ED INTENTI GENERALI DEI « SERVIZI PUBBLICI.

    Ogni attività umana ha ricadute su altre attività. Alcune attività hanno però un impatto limitato alle persone coinvolte direttamente ed in un tempo limitato, altre attività invece hanno delle ricadute e delle influenze non solo immediate e circoscritte a single persone, ma influenzano anche altre attività. Le sonseguenze sono più generali e durature tanto che a volte sono più importanti le ricadute che non la prima ed immediata conseguenza della attività ed il suo scopo immediato.

    Ogni attività umana è sempre un insieme di due cose: “prodotto” e “sevizio”. Inoltre sia i prodotti che i servizi possono essere messi a disposizione in un contesto di “concorrenza” mentre altre volte la concorrenza (che incude un “contro della qualita’ ” dal basso) non e’ possibile.
    Qualche esempio, (anche se tanto semplice da poter sembrare banalizzante) può servire da spiegazione.
    Chi producesse delle pizze, dei vestiti, o anche delle automobili con la sua attività può soddisfare più o meno i consumatori dei prodotti frutto della attività e, se insoddisfatti, gli utilizzatori possono rivolgersi altrove.
    Chi invece fornisce magari ancora alimenti ma nel contesto di una mensa aziendale oppure fornisce la disponibilità di ferrovie ed strade, trasporti, o anche insegnamento scolastico, chi assicura la salute e la prevenzione di malattie, chi assicura l’informazione, oppure anche chi produce leggi o regolamenti, ha invece delle ricadute alla sua attività che vanno oltre l’utilizzo immediato del singolo « prodotto » e la soddisfazione o insoddisfazione del singolo « consumatore » non puo’ espimersi mediante la scelta di una altro fornitore.

    Questo secondo caso e questa seconda tipologia di attività, se preponderante, la chiamiamo « Servizio pubblico ». La definizione prescinde dal come l’attività sia gestita e nel seguito non esamineremo i problemi legati alla opportunità che un « servizio pubblico » sia gestito nelle diverse forme possibili:

    – Gestione interamente ed esclusivamente pubblica.
    – Gestione privata esercitata da uno o più enti di proprietà esclusivamente pubblica.
    – Gestione privata esercitata da da uno o più enti di proprietà mista : privata e pubblica.
    – Gestione privata esercitata da uno o più enti privati.

    In generale e semplicemente ci limitiamo a sottolineare i possibili pregi ed i potenziali inconvenienti delle diverse forme :

    – La gestione pubblica è spesso più idonea a tenere conto dell’interesse collettivo anche se non immediato. Gli inconvenienti sono spesso legati alla fatto che i gestori o i controllori dei gestori stessi risultano essere di fatto i politici di professione e questi sono tentati di utilizzare il servizio non nel bene della collettività ma nell’interesse del politico stesso e della sua organizzazione ( partito … consiglio …). Inoltre questo tipo di gestione è normalmente meno dinamica e disponibile alla introduzione di soluzioni tecniche, organizzative e gestionali innovative.

    – La gestione privata à normalmente più dinamica, aperta alle innovazioni (sia tecniche che organizzative e gestionali), tende al risparmio delle spese. Ma è intrinsecamente ed unicamente orientata al « tornaconto privato ed economico » . Si adatta male ai casi in cui non sia possibile l’intrinseco « sistema di controllo » determinato dal meccanismo della concorrenza.

    In ogni caso e per superare i limiti intrinseci nelle diverse tipologie di gestione riteniamo che i cittadini debbono poter esercitare, nelle forme più appropriate, il controllo democratico su queste attività, dette : servizi pubblici come su tutte le attività che implichino il pubblico interesse. E devono poter fare questo usando strumenti e canali specifici di informazione e di controllo che devono essere disponibili in continuità, mirati al controllo in ogni specifico servizio e non certo limitati al generico e saltuario « voto di protesta », alle rare scadenze elettorali.

    I servizi pubblici perseguono e creano i presupposti per la realizzazione del bene collettivo e non di interessi di parte, indipendentemente dalla forma giuridica e dalla proprietà del soggetto gestore.
    Un servizio pubblico deve per quanto possibile essere in attivo finanziariamente o quanto meno perseguire lo scopo di pesare il meno possibile sulla società fornendo il massimo contributo al benessere e alla prosperità di questa. L’obiettivo unico o primario di un servizio pubblico non è in ogni caso la redditività economica : la sua efficacia va misurata in senso complessivo valutando il beneficio generale che ne viene alla società.
    Per questo i servizi pubblici devono essere indipendenti da lobby e partiti.
    Considerato che attualmente i servizi pubblici, e maggiormente le attività di pubblico interesse, fanno capo in rilevante misura a soggetti privati, vanno individuate le modalità più idonee, giuridicamente articolate nei modi più opportuni, ad assicurare che il controllo democratico di cui sopra risulti pienamente efficace.
    Nel caso in cui i servizi pubblici siano invece gestiti da enti pubblici, gli strumenti di controllo dovranno essere tali da coinvolgere i cittadini sia nelle valutazione della efficienza del servizio come anche nella valutazione della efficienza della gestione pubblica.

    2 – CONTROLLO DI QUALITÀ NEI SERVIZI PUBBLICI

    I servizi pubblici, indipendentemente dalle modalità di designazione dei rispettivi vertici, ed indipendentemente dal tipo di della struttura societaria devono comunque essere soggetti al controllo di qualità delle attività svolte.
    Tale controllo si realizza democraticamente con l’attiva partecipazione dei cittadini utenti dei relativi servizi e quella dei rappresentanti delle altre attività toccate dalle ricadute del servizio.

    Usando le espressioni tipiche della tecnica di controllo detta : « servizio di qualità » sia gli utenti diretti che i resposabili di altre attività vegnono detti :

    –  CLIENTI ESTERNI.

    A questi si affiacano gli operatori interni al servizio : il « personale » rappresentanto nelle sue diverse tipologie.

    Questi saranno i:

    – CLIENTI INTERNI

    Il sistema del controllo di qualità per ogni servizio deve essere regolato e reso pubblico. Esso potrà essere diverso secondo le specificità del servizio, ma sarà ispirato alle seguenti regole fondamentali.

    1° – Ogni servizio deve definire un « sistema di qualità » del servizio stesso e quindi deve definire GLI INTENTI E GLI OBIETTIVI del servizio.
    Questo documento deve essere reso pubblico e deve essere facilmente accessibile ovunque si esplichino le attività del servizio.

    2° – Sia i « clienti esterni» come anche i « clienti interni » devono poter disporre di canali di comunicazione tramite i quali indicare : problemi, anomalie di funzionamento, suggerimenti per un miglior funzionamento.
    Quindi : i cittadini, gli enti e le imprese utenti del servizio come anche il personale impiegato nelle attivita del servizio, devono essere coinvolte sistematicamente nella valutazione della qualità del servizio ricevuto o prestato.

    3° – Per ogni servizio è istituito un “comitato della qualità” (CQ) composto di cittadini, enti e imprese designati tra gli utenti di quel servizio, il cui numero e composizione dipende dalle caratteristiche del servizio stesso. Deve essere anche presente una rappresentanza del personale impiegato.

    4° – Qualsiasi sia la “forma gestionale”, il CQ deve essere reso indipendente dal vertice decisionale del servizio di cui controlla la qualità. Il CQ deve quindi fare riferimento ed idirizzare le proprie analisi all’organo decisionale a monte del vertice del servizio specifico. Inoltre risultati del suo lavoro devono essere resi trasparenti e noti all’ all’opinione pubblica.

    Il CQ si forma secondo le regole del regolamento attuativo del servizio di qualità del servizio specifico, ma in linea generale come segue.
    a) Viene designata una “rosa” di possibili componenti.
    Si costituirà quindi un “Albo” diviso per categorie di candidati che verranno raccolti anche in base alla loro competenza. Nell’ambito della “rosa” suddetta, con pubblico sorteggio, vengono scelti i componenti effettivi del CQ nel numero prestabilito. L’esistenza dell’ “Albo” e la sua costituzione assicurerà che tutti i partecipanti abbiano le competenze e qualifiche utii alla bona gestione del CQ.
    b) Il rinnovo del CQ avviene nel modo seguente. Secondo le tempistiche fissate nel regolameto attuativo del servizio di qualità, viene rinnovata una parte del CQ. A tal fine il comitato seleziona, tra i cittadini che hanno esposto i problemi nel modo più dettagliato, efficace e propositivo una lista di candidati dalla quale sarà estratta a sorte la parte da rinnovare dei membri. Questa parte resterà in carica per i periodi successivi. L’altra parte del comitato sarà rinnovata in egual modo trascorsi i periodi successivi. La partecipazione di ciascun membro a un comitato della qualità sarà quindi complessivamente di un numero di periodi corrispondente alle parti (esempio: tre periodi, se il CQ e’ suddiviso in tre parti).

    Il CQ dispone di un ufficio di segreteria e di statistica, che raccoglie le segnalazioni degli utenti in relazione alla qualità del servizio.
    I reclami o le segnalazioni di disservizio devono essere compilabili nel modo più semplice possibile da parte degli utenti, che devono poter conoscere i disservizi già segnalati per sottoscrivere eventualmente i relativi reclami e devono inoltre poter rispondere a un facile questionario o “punteggio di valutazione” (del tipo: 1-negativo; 2-neutro; 3-positivo) sugli elementi notoriamente sensibili e delicati del servizio.
    Gli utenti devono essere incoraggiati e sensibilizzati alla precisione e alla correttezza delle segnalazioni, indispensabili per il miglioramento del servizio.
    Le lagnanze più gravi e ricorrenti vengono segnalate dal CQ ai responsabili del servizio che sono tenuti, a pena di adeguate sanzioni, a esporre e attuare i programmi per il miglioramento.
    Il CQ verifica che questi programmi abbiano effetto e che il difetto lamentato perda di incidenza e sia statisticamente meno frequente.
    In casi gravi e/o di reiterata inadempienza, il CQ ha il potere, a maggioranza qualificata, di destituire in tutto o in parte i responsabili del servizio che in tal caso dovranno essere rinnovati prima della scadenza del mandato.

    Il CQ pubblica un bollettino con cadenza almeno semestrale sull’andamento del servizio e sull’incidenza dei reclami, sulla loro tipologia e sulle loro variazioni nel tempo. Gli utenti del servizio devono poter trovare il bollettino disponibile sia in rete che in uffici e sedi preposti al servizio.
    La partecipazione dei cittadini che compongono il CQ deve essere principalmente motivata dallo spirito civico e dal desiderio di servire il bene collettivo. Per altro, secondo il carico di lavoro e le specificità del servizio, potranno essere regolamentate forme sia di rimborso spese, sia di premi o riconoscimenti soprattutto come temporanee agevolazioni nella fruizione del servizio per tutti quei cittadini che abbiano contribuito al buon funzionamento del CQ.
    Il costo del funzionamento del CQ è parte del costo di gestione del servizio.

    3 – DESIGNAZIONE DEI RESPONSABILI DI OGNI SERVIZIO

    Il « Bollettino della qualità » che sintetizza i reclami è reso pubblico.

    Inoltre in casi gravi o in casi di ricorrenti segnalazioni di disservizio, il CQ convoca i reposabili del servizio specificamente in carica per i temi toccati dai reclami e dalle segnalazioni.

    Il CQ, domanda ai reponsabili del servizio convocati di esporre i programmi di intervento correttivi del disservizio segnalato ed aiuta i responsabili ad identificare le soluzioni migliori.

    Nel periodo sucessivo, l’analisi statistica dei questionari dovrà indicare il ridursi progressivo ma significativo del disservizio.
    In caso contrario vi saranno altre convocazioni, fino alla soluzione del problema.

    In caso di mancato impegno nella risoluzione del problema e di sua reiterata permanenza come difetto indicato dagli utenti, il CQ indicherà agli organi competenti la necessità di destituire i responsabili ed esigerà nuove nomine.

    Sempre quando possibile, a seconda della tipologia del servizio, la nomina dei quadri dirigenti di un servizio pubblico dovrà seguire la procedura seguente :

    – i candidati alla nomina espongono i loro programmi di attività pubblicamente.

    – gli utenti del servizio, eleggono i quadri dirigenti in base ai programmi esposti.

    In ogni caso, quando la nomina esige valutazioni di competenze tecniche non disponibili presso gli utenti del servizio, gli organi incaricati delle nomine devono tenere conto del parere del CQ. Tale parere contiene le motivazioni del CQ ed è pubblico.

    in risposta a: Democrazia nel cotrollo della qualita' dei servizi #1235 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Alla proposta e seguito un commento da parte di un esperto nei sistemi di qualita’:

    = = =
    Commenti a linee guida per i servizi pubblici
    In linea di massima, a mio parere, va tutto bene e condivido, salvo fare alcune precisazioni che potrebbero migliorare il documento.
    Esprimo i concetti. Come formalizzarli, se del caso, li lascio a voi perché lo “stile” deve essere univoco.
    1- Tutto il mio modo di vedere è basato sul parallelismo di quanto succede in una azienda seria: vale a dire la differenziazione tra azionisti (nel nostro caso i cittadini), Consiglio di amministrazione (nnc cittadini utenti o non, estratti a caso da UN ALBO di cittadini qualificati) e direzione operativa. Perchè ALBO? Intendo parlare di cittadini che garantiscano un minimo di preparazione di base su qualità, gestione di un’organizzazione e lavoro di gruppo. Il CQ di cui parlate diventa inefficace e demotivante se a parteciparvi sono persone a livello “bar sport”. Non vorrei essere frainteso: tale certificazione deve essere tale da potere includere un grande numero di cittadini, già preparati per conto proprio o con una auto preparazione guidata.
    I consigli devono essere efficaci per essere anche efficienti. Chi parla a vanvera, interrompe gli altri, non sta in argomento e peggio ancora non capisce (credendo di farlo) l’argomento trattato, fa solo l’interesse della confusione a scapito quindi della trasparenza ed innovazione;
    2- L’innovazione non è solo “tecnica”, ma anche e a volte soprattutto organizzativo/gestionale;
    3- Definizione di servizio. Non concordo sulla differenza tra una pizzeria (io ne so qualcosa…) e un ospedale, ad esempio. TUTTE le organizzazioni forniscono sia prodotti che servizi. Solo con mix diversi. La pizzeria probabilmente 60% prodotto e 40% SERVIZIO ( celerità, qualità, gentilezza del servizio al tavolo, pulizia e igienicità del luogo, piacevolezza del locale e sua frequentazione,…).
    Un ospedale, a seconda dei casi, 85/90% servizio e 10/15% prodotti (cibo, medicamenti, protesi, valvole cardiache o similari). Non dimentichiamoci che sono state usate in passato valvole cardiache fortemente difettose quando ne esistevano in commercio di molto migliori. Ma il profitto e/o la corruzione hanno svolto il loro effetto. Ergo: non farei la distinzione che avete fatto voi fra servizio e prodotto. Sono tutte aziende che SERVONO, in modo diverso, l’utente/cittadino. Pensate ad esempio a una mensa aziendale o comunale. Non rientra nel controllo da parte dei cittadini?
    4- Quando parlate di “Gestione privata esercitata da uno o più enti di proprietà esclusivamente pubblica” si pone troppa enfasi su “GESTIONE PRIVATA”. In tal modo a me sembra parliate di qualcosa si simile ad autostrade. Della serie “ il bene è mio, ma fate quello che volete e i profitti sono vostri”. Difficile in questo caso parlare di CQ. In alternativa, che non vedo citata o forse sono io che non capisco bene, L’organizzazione “BENE PUBBLICO, PERSONALE DIRETTIVO SCELTO TRA AZIENDE O PROFESSIONISTI NON PUBBLICI PERCHE’ DÌ MAGGIORE QUALITA’, MA STRETTO CONTROLLO E INDIRIZZO DA PARTE PUBBLICA”. Tanto per fare un parallelo aziendale (deformazione professionale) è come quando una azienda privata non intende più gestire operativamente la quotidianità ed assume un dirigente (generale o operativo) esterno, ma lo controlla in maniera più o meno assillante quasi ogni giorno e se non gli va più bene “fora di marroni” e avanti un altro. Ovviamente è una estremizzazione, ma fino ad un certo punto.
    5- I CQ di dittadini qualificati assumerebbero il ruolo del consiglio di amministrazione di tale azienda
    6- Molto bene la rotazione nel CQ. Più difficile creare mafie. Da valutare la rotazione 3 (un terzo, u terzo, un terzo) a seconda dei casi.
    Per il resto per me tutto OK

    in risposta a: Proposta di struttura del Forum #1209 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Le cartelle possono anche ridursi

    per esempio:

    Ritengo che in questo forum noi ci si possa trovare a discutere di:

    1- Strumenti di democrazia diretta.
    Nota: in questa cartella discutiamo di quali sono e come funzionano gli strumenti di democrazia diretta, vale a dire gli strumenti con i quali i cittadini possono intervenire nel processo legislativo.

    2- Strumenti di democrazia partecipativa.
    Nota: in questa cartella discutiamo di quali sono gli strumenti della democrazia partecipativa, vale a dire quegli strumenti che consentono ai cittadini di informare i legislatori ed ai legislatri di informarsi sui bisogni e le necessita’ dei cittadini.

    3-  democrazia rappresentativa / problemi e suo potenziamento
    Nota: in questa cartella discutiamo di quali provvedimenti possono essere presi per migliorare la democrazia rappresentativa e renderla piu’ rappresentativa e meno “partitica”.

    4- La democrazia in generale e nella storia, nei partiti e nelle associazioni.
    Nota: in questa cartella discutiamo dei temi piu’ generali della democrazia e dei suoi riferimenti ed evoluzioni storiche. Cone anche di tutti i provvedimenti per fa si che organizzazioni di ogni genere e tipo possano essere democratiche al loro interno. E poi anche riportiamo e commentiamo libri, conferenze, dibattiti publici concernenti i temi della democrazia.

    5- Azioni interventi di piudemocraziaitalia e cooperazioni con altri.
    Nota: in questa cartella discutiamo ed organizziamo in nostri interventi, azioni pubbliche e cose da fare. Come anche discutiamo e commentiamo interventi ed azioni pubbliche di altri democratici in Italia o all’estero, ed organizzimo nostri eventuali interventi.

     

    6-  piudemocraziaitalia, organizzazione, struttura della associazione e del forum .
    Nota: in questa cartella discutiamo dei problemi interni organizzativi di piudemocraziaitalia, Come anche discutiamo dei problemi interni organizzativi  del forum stesso

    7- Discussione generale.
    Nota: in questa cartella discutiamo di qualsiasi tema possa essere di interesse e che non rientra nelle categorie precedenti.

    = = =
    che ne dite?

    in risposta a: servizi pubblici efficienti #1203 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Una versione con qualche correzione:
    (Non trovo il bottone “modifica” … ).

    = = =

    “Linee guida per l’organizzazione di servizi pubblici efficienti e controllati democraticamente”

    Piudemocraziaitalia

    Proposta, V1, di Leonello Zaquini
    = = =

    1 – DEFNIZIONI ED INTENTI GENERALI DEI « SERVIZI PUBBLICI.

    Ogni attività umana ha ricadute su altre attività. Alcune attività hanno però un impatto limitato alle persone coinvolte direttamente ed in un tempo limitato, altre attività invece hanno delle ricadute e delle influenze non solo immediate e circoscritte a single persone, ma influenzano anche altre attività. Le sonseguenze sono più generali e durature tanto che a volte sono più importanti le ricadute che non la prima ed immediata conseguenza della attività ed il suo scopo immediato.

    Qualche esempio, (anche se tanto semplice da poter sembrare banalizzante) può servire da spiegazione.
    Chi producesse delle pizze, dei vestiti, o anche delle automobili con la sua attività può soddisfare più o meno i consumatori dei prodotti frutto della attività.
    Chi invece fornisce la disponibilità di ferrovie ed strade, trasporti, insegnamento scolastico, chi assicura la salute e la prevenzione di malattie, chi assicura l’informazione, oppure anche chi produce leggi o regolamenti ha invece delle ricadute alla sua attività che vanno oltre l’utilizzo immediato del singolo « prodotto » e la sodisfazione del singolo « consumatore ».

    Questo secondo caso e questa seconda tipologia di attività la chiamiamo « Servizio pubblico ». La definizione prescinde dal come l’attività sia gestita e nel seguito non esamineremo i problemi legati alla opportunità che un « servizio pubblico » sia gestito nelle diverse forme possibili:

    – Gestione interamente ed esclusivamente pubblica.
    – Gestione privata esercitata da uno o più enti di proprietà esclusivamente pubblica.
    – Gestione privata esercitata da da uno o più enti di proprietà mista : privata e pubblica.
    – Gestione privata esercitata da uno o più enti privati.

    In generale e semplicemente ci limitiamo a sottolineare i possibili pregi ed i potenziali inconvenienti delle diverse forme :

    – La gestione pubblica è spesso più idonea a tenere conto dell’interesse collettivo anche se non immediato. Gli inconvenienti sono spesso legati alla fatto che i gestori o i controllori dei gestori stessi risultano essere di fatto i politici di professione e questi sono tentati di utilizzare il servizio non nel bene della collettività ma nell’interesse del politico stesso e della sua organizzazione ( partito … consiglio …). Inoltre questo tipo di gestione è normalmente meno dinamica e disponibile alla introduzione di soluzioni tecniche innovative.

    – La gestione privata à normalmente più dinamica, aperta alle innovazioni, tende al risparmio delle spese. Ma è intrinsecamente ed unicamente orientata al « tornaconto privato ed economico » . Si adatta male ai casi in cui non sia possibile l’intrinseco « sistema di controllo » determinato dal meccanismo della concorrenza.

    In ogni caso e per superare i limiti intrinseci nelle diverse tipologie di gestione riteniamo che i cittadini debbono poter esercitare, nelle forme più appropriate, il controllo democratico su queste attività, dette : servizi pubblici come su tutte le attività che implichino il pubblico interesse. E devono poter fare questo usando strumenti e canali specifici di informazione e di controllo che devono essere disponibili in continuità, mirati al controllo in ogni specifico servizio e non certo limitati al generico e saltuario « voto di protesta », alle rare scadenze elettorali.

    I servizi pubblici perseguono e creano i presupposti per la realizzazione del bene collettivo e non di interessi di parte, indipendentemente dalla forma giuridica e dalla proprietà del soggetto gestore.
    Un servizio pubblico deve per quanto possibile essere in attivo finanziariamente o quanto meno perseguire lo scopo di pesare il meno possibile sulla società fornendo il massimo contributo al benessere e alla prosperità di questa. L’obiettivo unico o primario di un servizio pubblico non è in ogni caso la redditività economica : la sua efficacia va misurata in senso complessivo valutando il beneficio generale che ne viene alla società.
    Per questo i servizi pubblici devono essere indipendenti da lobby e partiti.
    Considerato che attualmente i servizi pubblici, e maggiormente le attività di pubblico interesse, fanno capo in rilevante misura a soggetti privati, vanno individuate le modalità più idonee, giuridicamente articolate nei modi più opportuni, ad assicurare che il controllo democratico di cui sopra risulti pienamente efficace.
    Nel caso in cui i servizi pubblici siano invece gestiti da enti pubblici, gli strumenti di controllo dovranno essere tali da coinvolgere i cittadini sia nelle valutazione della efficienza del servizio come anche nella valutazione della efficienza della gestione pubblica.

    2 – CONTROLLO DI QUALITÀ NEI SERVIZI PUBBLICI

    I servizi pubblici, indipendentemente dalle modalità di designazione dei rispettivi vertici, ed indipendentemente dal tipo di della struttura societaria devono comunque essere soggetti al controllo di qualità delle attività svolte.
    Tale controllo si realizza democraticamente con l’attiva partecipazione dei cittadini utenti dei relativi servizi e quella dei rappresentanti delle altre attività toccate dalle ricadute del servizio.

    Usando le espressioni tipiche della tecnica di controllo detta : « servizio di qualità » sia gli utenti diretti che i resposabili di altre attività vegnono detti :

    –  CLIENTI ESTERNI.

    A questi si affiacano gli operatori interni al servizio : il « personale » rappresentanto nelle sue diverse tipologie.

    Questi saranno i:

    – CLIENTI INTERNI

    Il sistema del controllo di qualità per ogni servizio deve essere regolato e reso pubblico. Esso potrà essere diverso secondo le specificità del servizio, ma sarà ispirato alle seguenti regole fondamentali.

    1° – Ogni servizio deve definire un « sistema di qualità » del servizio stesso e quindi deve definire GLI INTENTI E GLI OBIETTIVI del servizio.
    Questo documento deve essere reso pubblico e deve essere facilmente accessibile ovunque si esplichino le attività del servizio.

    2° – Sia i « clienti esterni» come anche i « clienti interni » devono poter disporre di canali di comunicazione tramite i quali indicare : problemi, anomalie di funzionamento, suggerimenti per un miglior funzionamento.
    Quindi : i cittadini, gli enti e le imprese utenti del servizio come anche il personale impiegato nelle attivita del servizio, devono essere coinvolte sistematicamente nella valutazione della qualità del servizio ricevuto o prestato.

    3° – Per ogni servizio è istituito un “comitato della qualità” (CQ) composto di cittadini, enti e imprese designati tra gli utenti di quel servizio, il cui numero e composizione dipende dalle caratteristiche del servizio stesso. Deve essere anche presente una rappresentanza del personale impiegato.

    Il CQ si forma secondo le regole del regolamento attuativo del servizio di qualità del servizio specifico, ma in linea generale come segue.
    a) Viene designata una “rosa” di possibili componenti, in numero multiplo dei posti da assegnare nella proporzione che sarà stabilita dal regolamento attuativo.
    Nell’ambito della “rosa” suddetta, con pubblico sorteggio, vengono scelti i componenti effettivi del CQ nel numero prestabilito.
    b) Il rinnovo del CQ avviene nel modo seguente. Secondo le tempistiche fissate nel regolameto attuativo del servizio di qualità, viene rinnovata una metà del CQ. A tal fine il comitato seleziona, tra i cittadini che hanno esposto i problemi nel modo più dettagliato, efficace e propositivo una lista di candidati dalla quale sarà estratta a sorte la metà da rinnovare dei membri. Questa metà resterà in carica per due periodi successivi. L’altra metà del comitato sarà rinnovata in egual modo trascorso il periodo successivo. La partecipazione di ciascun membro a un comitato della qualità sarà quindi complessivamente di due periodi.

    Il CQ dispone di un ufficio di segreteria e di statistica, che raccoglie le segnalazioni degli utenti in relazione alla qualità del servizio.
    I reclami o le segnalazioni di disservizio devono essere compilabili nel modo più semplice possibile da parte degli utenti, che devono poter conoscere i disservizi già segnalati per sottoscrivere eventualmente i relativi reclami e devono inoltre poter rispondere a un facile questionario o “punteggio di valutazione” (del tipo: 1-negativo; 2-neutro; 3-positivo) sugli elementi notoriamente sensibili e delicati del servizio.
    Gli utenti devono essere incoraggiati e sensibilizzati alla precisione e alla correttezza delle segnalazioni, indispensabili per il miglioramento del servizio.
    Le lagnanze più gravi e ricorrenti vengono segnalate dal CQ ai responsabili del servizio che sono tenuti, a pena di adeguate sanzioni, a esporre e attuare i programmi per il miglioramento.
    Il CQ verifica che questi programmi abbiano effetto e che il difetto lamentato perda di incidenza e sia statisticamente meno frequente.
    In casi gravi e/o di reiterata inadempienza, il CQ ha il potere, a maggioranza qualificata, di destituire in tutto o in parte i responsabili del servizio che in tal caso dovranno essere rinnovati prima della scadenza del mandato.

    Il CQ pubblica un bollettino con cadenza almeno semestrale sull’andamento del servizio e sull’incidenza dei reclami, sulla loro tipologia e sulle loro variazioni nel tempo. Gli utenti del servizio devono poter trovare il bollettino disponibile sia in rete che in uffici e sedi preposti al servizio.
    La partecipazione dei cittadini che compongono il CQ deve essere principalmente motivata dallo spirito civico e dal desiderio di servire il bene collettivo. Per altro, secondo il carico di lavoro e le specificità del servizio, potranno essere regolamentate forme sia di rimborso spese, sia di premi o riconoscimenti soprattutto come temporanee agevolazioni nella fruizione del servizio per tutti quei cittadini che abbiano contribuito al buon funzionamento del CQ.
    Il costo del funzionamento del CQ è parte del costo di gestione del servizio.

    3 – DESIGNAZIONE DEI RESPONSABILI DI OGNI SERVIZIO

    Il « Bollettino della qualità » che sintetizza i reclami è reso pubblico.

    Inoltre in casi gravi o in casi di ricorrenti segnalazioni di disservizio, il CQ convoca i reposabili del servizio specificamente in carica per i temi toccati dai reclami e dalle segnalazioni.

    Il CQ, domanda ai reponsabili del servizio convocati di esporre i programmi di intervento correttivi del disservizio segnalato ed aiuta i responsabili ad identificare le soluzioni migliori.

    Nel periodo sucessivo, l’analisi statistica dei questionari dovrà indicare il ridursi progressivo ma significativo del disservizio.
    In caso contrario vi saranno altre convocazioni, fino alla soluzione del problema.

    In caso di mancato impegno nella risoluzione del problema e di sua reiterata permanenza come difetto indicato dagli utenti, il CQ indicherà agli organi competenti la necessità di destituire i responsabili ed esigerà nuove nomine.

    Sempre quando possibile, a seconda della tipologia del servizio, la nomina dei quadri dirigenti di un servizio pubblico dovrà seguire la procedura seguente :

    – i candidati alla nomina espongono i loro programmi di attività pubblicamente.

    – gli utenti del servizio, eleggono i quadri dirigenti in base ai programmi esposti.

    In ogni caso, quando la nomina esige valutazioni di competenze tecniche non disponibili presso gli utenti del servizio, gli organi incaricati delle nomine devono tenere conto del parere del CQ. Tale parere contiene le motivazioni del CQ ed è pubblico.

    in risposta a: Cose fatte 2017-18 #1126 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    PIUDEMOCRAZIAITALIA
    ELENCO ATTIVITA’

    2017 – 2018

    CONFERENZE
    sul tema « democrazia diretta vista da vicino ».

    Giugno 2017
    1 – Incontro a Roma dei « Meetup europei », volantinaggio sul tema ai visitatori del Senato

    2 – Firenze. sul tema.

    3 – Piossasco (Torino) Serata sul tema.

    4 – Torino, sala della Calvallerizza.

    Ottobre 17
    5 – Muttenz (Basilea)

    6 – Dübbendorf, (Zurigo).

    7 – Ginevra, incontro con il costituzionalista Pallante e discussione sul tema : « Democrazia diretta democrazia rappresentantiva ».

    Dicembre 2017

    8 – Milano, incontro con parlamentari ed amministratori (Evi, parlamento europeo, Toninelli, parlamentare italiano, Nogarin sindaco Livorno, Sollazzo consigliere comunale Milano).

    9 – Torino, International University College

    = = =

    INCONTRI E PROMOZIONI

    Aprile – giugno 2017
    incontri con consiglieri comunali per promuovere strumenti di democrazia:
    10 – Roma
    11 – Torino

    Novembre 2017
    12- Bolzano, partecipazione al congresso : “Ripensare la democrazia”

    Giugno 2018

    13 – Incontro con AndreasGross ClaudioMicheloni discussione sui : « Governi rappresentativi e collegiali ».

    in risposta a: Il testo del contributo "Antica Roma" #1093 Score: 1
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Cari amici e caro Pasquale,

    il confronto tra le democrazia Ateneise- Romana porebbe essere un interessante argomento di discussione.

    Ma lo affronterei, semmai, quando il global forum si terra’ ad Atene.

    Visto che tra poche settianie ci troveremo a Roma cercherei di definire il testo adatto per l’evento di Roma.

    Non pare opporno anche a voi?

    in risposta a: Partecipazione istituzionalizzata #1092 Score: 1
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    aro Roberto,
    Avevo promesso di indicare quello che, secondo me, chiarirebbe l’obbietivo dell’intervento sul testo “Partecipazione”.

    Queto perche’ quel testo tocca un argomento interessante, ma lo ho capito solo perche’ ne abbiamo discusso (ammesso che lo abbia capito … ).

    = = =
    Raccomando quindi una “Introduzione ” di questo tipo:

    = = =
    Apprendiamo con soddisfazione l’intenzione del ministro Fraccaro di voler rinnovare il sito http://www.partecipa.gov.it.

    Presentiamo quindi la nostra riflessione sul tema, sperando che possa contribuire alla implementazione di uno strumento che immaginiamo possa essere importante ed innovativo.

    Un sito di questo tipo potrebbe infatti essere un utile canale di comunicazione che, da un primo livello di democrazia partecipativa, (consistente nel semplice ma utile scambio di informazioni tra le due componenti della collettivita’ : politici e cittadini), potrebbe anche arrivare ad includere più incisivi strumenti di democrazia diretta.

    La nostra idea consiste infatti nel ritenere che, a seconda del numero dei consensi ed approfindimenti ricevuti da una proposta presentata attraverso quel canale, ogni proposta potrebbe concretizzarsi nei seguenti strumenti di democrazia :

    Primo livello.
    Al di sotto di una certa soglia di consensi, ogni commento e/o proposta rappresenta un intervento di « democrazia partecipativa » : L’ente politico e’ informato della opinione dei cittadini e può infrmarli mediante una risposta.

    Secondo livello. (al di sopra di una soglia di consensi).
    Il commento e/o proposta diventa una. « Petizione » : l’ente politico è tenuto discutere collegialmente e rispondere.

    Terzo livello, (a di sopra di un’altra soglia di consensi e dopo soddisfazione di requisiti di preparazione specifici) .
    La proposta diventa una « Legge di iniziativa popolare a voto consigliare ».

    Quarto livello ( al di sopra ancora di una soglia di consensi e rispettando i requisiti di preparazione).
    La proposta diventa una « Legge di iniziativa popolare a voto popolare »

    Qui di seguito, a titolo di esempio, accenniamo ad una definizione delle soglie e la gestione. Sottolineiamo che si tratta solo di un esempio. <
    Quello che conta veramente è il principio generale,

    [segue il testo precedente … ]
    = = =

    in risposta a: Informazioe LIbera e indipendente- Volantino #1087 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti
    in risposta a: Informazioe LIbera e indipendente- Volantino #1085 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Non so come mettere un .pdf nel nostro sito.

    Lo metto in “quorum zero”.
    = = =
    Qui sotto metto il testo anche se non risultera’ impaginato bene.
    = = =
    INFORMAZIONE

    LIBERA ED INDIPENDENTE”

     

    Il testo originale à stato redatto con il “metodo del consenso” : cercando e trovando il consenso unanime tra chi partecipa alla discussione e informando man mano, tutti gli iscritti al forum del meetup, del consenso parziale raggiunto).

     

    INTRODUZIONE: IL PROBLEMA

    La libertà di informazione è uno dei capisaldi della democrazia. L’informazione influenza l’opinione pubblica e questa determina le scelte prese democraticamente.
    L’interresse di lobby e potentati nell’influenzare l’opinione pubblica è molto elevato, anche e soprattutto dove esistono strumenti di democrazia diretta, dato che i cittadini sono chiamati ad esprimersi frequentemente. Il “Libretto delle votazioni” (strumento pubblico, gratuito e pluralista di informazione redatto dalle autorità competenti in occasione di votazioni popolari con la collaborazione delle organizzazioni per il SI e per il NO) è uno strumento indispensabile per la democrazia diretta, ma normalmente interviene quando l’opinione pubblica si è già formata.
    D’altro canto l’informazione (su carta o TV) attraverso i soli propri incassi da vendite e pubblicità, non produce ricavi sufficienti e questo espone le imprese mediatiche alla esigenza di richiedere sostegni finanziari che risultano “interessati”. Secondo Robert Dahl una informazione libera ed indipendente, “non è solo parte della definizione della democrazia, ne è un requisito fondamentale”.</p>

    CRITERI GENERALI PER LA RIFORMA DEI MEDIA
    Il problema enunciato proponiamo sia risolto seguendo i principi generali seguenti:

    1. Sancire l’importanza di primario interesse pubblico di una informazione libera. Essa è una componente necessaria per il buon funzionamento della democrazia. L’informazione dovrebbe quindi essere vista, di principio, come un servizio pubblico di cui il “controllo qualità ” sia gestito dai beneficiari del servizio.</p>
    2. Stabilire che la libertà di informazione esige come condizione imprescindibile e necessaria un effettivo pluralismo delle fonti. Se e quando l’informazione è finanziata da enti privati, al cittadino serve la conoscenza dei finanziatori, la trasparenza dei finanziamenti e della loro origine. Va affermato il principio che i sistemi informativi hanno il dovere di informare prima di tutto su sè stessi, sulla proprietà, sui loro bilanci. Quando l’informazione è finanziata (anche solo parzialmente) con fondi pubblici la gestione deve coinvolgere i beneficiari del servizio vale a dire i cittadini che dimostrino di essere lettori – spettatori abitudinari ( abbonati / in regola con il canone … ecc). In questi casi cittadini eserciteranno il loro potere mediante strumenti democratici.</p>
    3. Riconoscere al bene “informazione” uno status differente da quello di semplice merce e quindi stabilire per le imprese mediatiche una forma di gestione con una propria esclusiva tipicità che ne garantisca l’effettiva trasparenza ed indipendenza anche finanziaria, senza controlli e condizionamenti se non quelli provenienti dal lettore/spettatore che deve essere messo in condizione di controllare e determinare la qualità della informazione.LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLA GESTIONE DEI MEDIA

    La rilevanza sociale della informazione ci pare imponga leggi che realizzino le condizioni seguenti:
    A) L’informazione finanziata con fondi pubblici va gestita e controllata democraticamente dai beneficiari del servizio: i cittadini. Questi eleggeranno gli organi direttivi dell’ente. Le elezioni (a cadenze regolari) saranno precedute da programmi e pubblicazioni grazie ai quali i nuovi candidati esporrano le loro critiche alla gestione precedente e presenteranno le loro proposte di programmi e linee editoriali future.

    B) Le imprese mediatiche che ricevono sussidi pubblici devono essere obbligate ad integrare nei loro organi decisionali dei “controllori” del servizio, che agiranno come al punto precedente seguendo le indicazioni espresse dai cittadini, fruitori regolari del canale di informazione. La parte privata di finanziamento del media dovrà comunque essere resa pubblica, nota e trasparente.

    C) E’ ammessa l‘esistenza di imprese mediatiche che non beneficino di fondi pubblici. In questo caso il media deve rendere ben visibile e ben evidente l’elenco dei proprietari e/o finanziatori del media.

    Sopra a tutto va istituito un “Organo Superiore di Servizio e Controllo della Libertà ed Indipendenza della Informazione” (OSSC), costituito da esperti indipendenti e presieduto dal Presidente della Repubblica anche a rimarcare l’analogia tra l’ indipendenza della informazione come quella della Magistratura.

    L’ OSSC ha il compito di monitorare continuamente lo stato della indipendenza della informazione, segnalare risultati positivi ed eventuali carenze, rinforzare presso i cittadini la conoscenza del sistema di informazione e le capacità di controllo e di critica da parte dei cittadini stessi nei confronti del sistema informativo. Redige un rapporto annuale indirizzato alla cittadinanza e trasmesso dai media. Sostiene ed informa i rappresentanti dei cittadini negli organi di governo delle imprese mediatiche e ne controlla la regolarità delle elezioni e la libertà delle funzioni.

    In sintesi

    IL CDA DELLA RAI LO ELEGGANO I CITTADINI IN REGOLA CON IL CANONE !

    in risposta a: Partecipazione istituzionalizzata #1051 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Penso che una rifelssione in proposito sia importante.

    Grazie Roberto per averla iniziata.

    Mi piacerebbe conoscere “dell’annuncio di voler rinnovare il sito partecipa del governo”.

    Vorrei capire se immaginano :

    – un sistema di democrazia diretta
    oppure (coe credo piu’ probabile):
    – un sistema di democrazia partecipativa.

    sarebbe comunque importante.

    in risposta a: Il testo del contributo "Antica Roma" #1049 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Grazie del commento Roberto,

    Non ho letto il libro che citi, ma mi fa piacere che confermi la estrema sintesi, del testo che ho proposto.

    Se sei d’accordo e confermi la essenza della coerenza tra i testi aggiungerei nella bbliografia il testo che hai citato:

    Umbero Vincenzi «La Costituzione di Roma antica» Editori Laterza.

    = = =
    Forse non serve tanto ma aggingo delle considerazioni.

    Quanto alla durata dell’ “esperimento” romano certo non e’ stato “eterno” , e poi va detto che anche nel corso della storia repubblicana ci sono stati alti e bassi … degenerazioni e riprese … ovviamente.

    Per altro quantomeno “formalmente” si e’ trattato di  500 anni: dal 509 al 31 a.c.
    Non e’ pochissimo.

    Molto di piu’ che non l’antica grecia.
    Inoltre siccome l’impero non ha cancellato radicalmente le strutture repubblicane (pur eliminandole nei fatti, ma cnservandole nella forma), la “tadizione democratica romana” ha:
    – “contaminato” ( ritengo beneficamente) le istituzioni repubblicane dei liberi comuni medioevali, tra i quali: Venezia, Verona, Milano … . Dove si usava la “democrazia diretta medioevale”.
    – da quelli la “contaminazione” e’ probabilmente passata in Svizzera (1231, primo resoconto della Landsgemeinde: il “concio” o “agora'” di Verona, Venezia … ecc ecc).
    – La tradizione repubblicana romana ha “contaminato” la rivoluzione francese dove e’ nata la “democrazia diretta moderna” (Costituzione montagnarda del ’93, Condorcet).
    – la rivoluzione francese ha stimolato il miglioramento e la messa in pratica della democrazia diretta moderna in Svizzera.

    Mi pare questo il probabile “curriculum storico” della idea della democrazia diretta moderna che  a me pare piu’ vicina per diverse ragioni all’esempio romano che a quello ateniese.

    in risposta a: Proposta di struttura del Forum #1048 Score: 1
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Ritengo che in questo forum noi ci si possa trovare a discutere di:

    1- Strumenti di democrazia diretta.
    Nota: in questa cartella discutiamo di quali sono e come funzionano gli strumenti di democrazia diretta, vale a dire gli strumenti con i quali i cittadini possono intervenire nel processo legislativo.

    2- Strumenti di democrazia partecipativa.
    Nota: in questa cartella discutiamo di quali sono gli strumenti della democrazia partecipativa, vale a dire quegli strumenti che consentono ai cittadini di informare i legislatori ed ai legislatri di informarsi sui bisogni e le necessita’ dei cittadini.

    3- Potenziamento della democrazia rappresentativa.
    Nota: in questa cartella discutiamo di quali provvedimenti possono essere presi per migliorare la democrazia rappresentativa e renderla piu’ rappresentativa e meno “partitica”.

    4- Strumenti e problemi della democrazia, nei partiti e nelle associazioni.
    Nota: in questa cartella discutiamo di tutti i provvedimenti per fa si che organizzazioni di ogni genere e tipo possano essere democratiche al loro interno.

    5- La democrazia in generale e nella storia.
    Nota: in questa cartella discutiamo dei temi piu’ generali della democrazia e dei suoi riferimenti ed evoluzioni storiche.

    6- Bibliografie e resoconti.
    Nota: in questa cartella riportiamo e commentiamo libri, conferenze, dibattiti publici concernenti i temi della democrazia.

    7- Azioni ed interventi di piudemocraziaitalia.
    Nota: in questa cartella discutiamo ed organizziamo in nostri interventi, azioni pubbliche e cose da fare.

    8- Azioni ed interventi di altri democratici.
    Nota: in questa cartella discutiamo e commentiamo interventi ed azioni pubbliche di altri democratici in Italia o all’estero, ed organzzimo nostri eventuali interventi.

    9- Parliamo di piudemocraziaitalia.
    Nota: in questa cartella discutiamo dei problemi interni organizzativi di piudemocraziaitalia

    10- Il nostro forum.
    Nota: in questa cartella discutiamo dei problemi interni organizzativi  del forum stesso.

    11- Discussione generale.
    Nota: in questa cartella discutiamo di qualsiasi tema possa essere di interesse e che non rientra nelle categorie precedenti.

    = = =
    Propongo quindi di discutere la opportunita’ della  creazione di queste 11 cartelle e decidere la struttura finale.

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