“A causa della interdipendenza economica di tutte le parti del mondo, spazio vitale per ogni popolo che voglia conservare il livello di vita corrispondente alla civiltà moderna, è tutto il globo”.

“Lo stato nazionale … è il governatore nazionale del sistema mondiale del capitalismo, un vassallo della modernità capitalista che è più profondamente intrecciata nelle strutture dominanti del capitale di quanto si pensi: è una colonia del capitale. ”

Le due frasi sono citazioni da due documenti molto diversi, distanti tra loro nel tempo e nello spazio.
Il primo si trova sulla prima pagina di: “Manifesto di Ventotene”, un documento scritto nel 1941 nella prigione per antifascisti sull’isola italiana di Ventotene da tre prigionieri: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni.

Il secondo si trova nel capitolo 5 del testo: “Confederalismo democratico” del 2011, anch’esso redatto in una prigione, in Turchia, dal leader politico curdo Abdullah Ochalan.

I due documenti ci danno la stessa indicazione: le nostre decisioni hanno sempre più ripercussioni su tutto il mondo, i problemi sono sempre più globali, quindi per questo tipo di decisioni è necessario superare il livello decisionale dello “stato- nazione”.

= = = Il nazionalismo ha prodotto quasi 2000 anni di guerra in Europa. Dopo le ultime due guerre particolarmente catastrofiche nel secolo scorso, i popoli d’Europa hanno finalmente iniziato un processo di riflessione e unificazione. L’unità europea sta muovendo i suoi primi passi, ma ha ancora diversi limiti. ===

Le origini dei limiti sono dovute a vari fattori ben comprensibili:
– i popoli si esprimono più facilmente a livello locale e non sono abituati a intervenire a un livello superiore a quello nazionale.

Questo fatto ha portato alla conseguenza che:
– gli strumenti della democrazia a livello europeo sono rimasti deboli ed il semplice livello della “democrazia rappresentativa” ha già dei limiti seri.
E, da ciò, è discesa un’altra conseguenza è che:
– le lobby più potenti, già abituate al coordinamento a livello internazionale (come la lobby finanziaria), hanno un’influenza notevole sulle decisioni a livello sia internazionale che europeo.

Al contrario, l’obiettivo dei primi promotori dell’unità europea (come i prigionieri di Ventotene), e anche più recentemente l’altro prigioniero, Ochalan, e i suoi amici del Rojava, si erano dichiarati e si sono dichiarati “socialisti”, ma nel senso seguente:

“Il principio veramente fondamentale del socialismo, … è quello secondo il quale le forze economiche non debbono dominare gli uomini, ma – come accade con le forze naturali – devono essere da loro sottomesse, guidate, controllate nel modo più razionale, così che le grandi masse non ne siano vittime. ”

(Dal “Manifesto di Vetotene”, già menzionato).

Questo criterio può essere accettato da un numero molto elevato di persone e anche da coloro che non si identificano assolutamente con il “socialismo”.

D’altra parte, succede che l’Unione Europea, che potrebbe rappresentare un primo passo e un esempio per un’unione mondiale democratica, di fatto e per i motivi indicati, è diventata responsabile ed è responsabile delle decisioni in cui: “Le forze economiche dominano gli uomini” e non viceversa.

I popoli d’Europa lo hanno notato e hanno iniziato a esprimere la loro insoddisfazione anche nei paesi dell’Europa in cui, solo pochi anni fa, l’Unione Europea aveva ottenuto un’enorme fiducia e un grande consenso.

Dobbiamo reagire e la reazione appropriata è: chiedere più democrazia in Europa.

La “Conferenza sul futuro dell’Europa”, approvata dal Parlamento europeo il 15 gennaio 2020, va in questa direzione:

In sintesi si tratta di quanto seguente:

– un processo che dovrebbe riformare la struttura dell’Unione europea e i suoi trattati.
– il processo dovrebbe iniziare il 9 maggio e durare 2 anni.

Non è la prima volta che l’Unione europea rinnova i suoi “trattati”, ma questa sarebbe la prima volta che il processo sarebbe “inclusivo”, vale a dire adottando strumenti di “democrazia partecipativa” come le “Agorà dei cittadini”.

Il panorama dei temi da trattare è molto ampio. Sono stati proposti due gruppi di lavoro paralleli.
Il primo affronterebbe i temi: cambiamento climatico e sfide ambientali, un’economia che funziona al servizio delle persone, equità sociale e uguaglianza, trasformazione digitale dell’Europa, promozione dei nostri valori europei, rafforzamento della voce dell’UE nel mondo, oltre al rafforzamento delle basi democratiche dell’Unione.
La seconda parte dovrebbe concentrarsi su temi specificamente collegati ai processi democratici e alle questioni istituzionali, quali: le procedure per la nomina del Presidente della Commissione e le liste trasnazionali per le elezioni al Parlamento europeo.

Non possiamo qui entrare nei dettagli dei temi che dovranno essere discussi e degli strumenti per le decisioni.
Concludiamo le nostre considerazioni semplicemente elencando le nostre speranze che sono anche i nostri intenti.

Innanzitutto, auspichamo e ci impegneremo affinché i popoli europei si impegnino in questa “riflessione collettiva”. E questo produrrà già il primo e importante vantaggio: lo spirito di “cittadinanza” sarà rafforzato e concretizzato.

Auspichiamo e ci impegneremo affinchè
– l’Europa si doti di una struttura confederale e che il “principio di sussidiarietà” (che consiste nel decidere a livello locale tutto ciò che può essere deciso a quel livello) sarà confermato e rafforzato.

– affinchè il Parlamento europeo diventi finalmente e completamente “l’organo legislativo” della comunità, con tutti i poteri propri di un organo legislativo.

– affinchè gli strumenti di democrazia diretta (la ECI, decisa nei trattati di Lisbona) ed i nuovi strumenti di domocrazia partecipativa (le “agorà dei cittadini” previste per la “Conferenza sul futuro dell’Europa”) saranno confermati e rafforzati.

– affinchè l’economia sia al servizio dei benessere dei cittadini e non il contrario.

Auspichiamo e chi di noi opera in Svizzera si impegnerà in modo che anche che il popolo svizzero e la Svizzera che, con il suo multilinguismo e multiculturalismo, possono essere considerati un “prototipo” dell’Europa e che hanno un’esperienza plurisecolare di confederalismo e democrazia, possano contribuire e portare la loro esperienza.

http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2020-0010_IT.html

Un pensiero riguardo “PIÙ DEMOCRAZIA IN EUROPA

  1. Totalmente d’accordo!! Grazie mille, Leonello, per le parole così chiare! Diffonderemo!

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