Home Forums 2 – Strumenti di democrazia diretta. Riflessioni sulla Democrazia Diretta Moderna

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      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Democrazia diretta in Italia,
      situazione attuale e possibilità di sviluppo.

      Premessa
      La “democrazia diretta moderna” affianca e non sostituisce la democrazia rappresentativa, essa elimina il monopolio del potere legislativo e con questo risana i numerosi limiti della democrazia solo rappresentativa:
      – i rappresentanti dialogano di più tra di loro, sapendo che anche la “minoranza” nell’organo legislativo potrebbe diventare maggioranza in una votazione popolare.
      – il dialogo su ogni legge si estende anche
      al di fuori dell’organo legislativo fino alle associazioni che potrebbero “prendere l’iniziativa” ed i loro commenti vengono tenuti in conto, migliorando cosi’ la qualità delle leggi.
      – il lavoro delle lobby e dei potentati diventa più difficile, dato che si allarga il numero e la tipologia dei legislatori.

      La pratica dell’uso della democrazia diretta inoltre migliora anche i cittadini e fa evolvere la loro cultura sociale: i cittadini imparano (anche dai propri errori) e riflettere meglio ed in modo sociale e collettivo sui temi referendari. La loro coscienza sociale migliora così nel tempo.

      Il testo che segue intende aprire una riflessione ed iniziare una discussione tra gli attivisti della democrazia sul tema della democrazia diretta. Il testo e’ volutamente sintetico e concentrato sugli aspetti ritenuti più importanti. Un testo o più testi specifici e più precisi potranno essere redatti poi, collegialmente.


      Premessa storica
      Quando si parla di democrazia diretta viene normalmente evocata l’antica Grecia, ma sarebbe più opportuno citare l’antica Roma dato che fu li che il sistema resto’ in vigore più tempo e la tradizione culturale si trasferì alle città ed ai liberi comuni medioevali fino ad arrivare ai tempi moderni.
      La democrazia diretta è presente da millenni nella storia italiana.
      SPQR «Senatus PopulisQue Romanus» indicava il fatto che le leggi dove
      vano essere ratificate dai cittadini. Era quindi di fatto in vigore lo strumento oggi detto: «referendum obbligatorio» per tutte le leggi. Inoltre il fatto che le leggi fossero il risultato di un processo che coinvolgeva sia l’organo legislativo, il Senato, sia i cittadini, faceva del sistema romano qualcosa di molto simile alla democrazia diretta moderna nella quale il potere legislativo dei cittadini affianca e non sostituisce gli organi legislativi. I liberi comuni medioevali italiani adottavano sistematicamente strumenti di democrazia diretta : «Arengo», «Parlamentum», «Concio» erano le denominazioni più frequenti delle assemblee legislative.

      Per maggiori informazioni e bibliografia in proposito:
      https://www.piudemocraziaitalia.org/wp-content/uploads/2018/09/Roma-per-Global-Forum-2018.pdf

      https://www.piudemocraziaitalia.org/2021/03/26/venezia-compie-1600-anni/

      La democrazia diretta e la Costituzione del ‘48
      La Costituzione del ‘48 prevede diversi strumenti di democrazia diretta:
      – il referendum abrogativo
      – il referendum costituzionale,
      il referendum regionale,
      – la legge di iniziativa popolare e voto parlamentare,
      – la petizione.

       Non possiamo quindi lamentare l’assenza assoluta di strumenti di democrazia diretta in Italia, al contrario l’Italia è classificata come il paese europeo dove, dopo la Svizzera, i cittadini sono più spesso chiamati ad esprimersi tramite votazioni popolari.
      Resta i
      l fatto che questi strumenti possono anzi devono essere resi più efficaci.

      Punti carenti e da sviluppare
      Elenchiamo qui di seguito i punti che ci paiono più gravemente carenti e che limitano l’efficacia degli strumenti esistenti. Precisiamo che la democrazia diretta moderna ha come scopo e risultato quello di ridurre il fenomeno detto del “partitismo” consistente nel legiferare mirando al bene dei partiti e non al bene della collettività. Purtroppo il Italia il partitismo è un fenomeno diffuso e poco contrastato dagli strumenti di democrazia diretta. Riteniamo che gli strumenti qui di seguito elencati contribuirebbero a migliorare la situazione.

      1° – In occasione di votazioni popolari, occorre che i cittadini dispongano di strumenti di informazione oggettivi ed imparziali. In moti altri paesi, dove esistono strumenti di democrazia diretta, viene reso disponibile l’ “opuscolo informativo” ( detto anche “libretto delle votazioni”) con gli argomenti per il Si e per il No su ogni tema in votazione.

      Alcuni esempi di “libretti delle votazioni” sono stati redatti per iniziativa di Piu-democrazia-italia con la collaborazione di comitati e gruppi per il Si e per il No, in occasione degli ultimi referendum. Sono stati anche oggetto di discussioni e votazioni in Parlamento.

      Per maggiori informazioni in proposito:

      https://www.piudemocraziaitalia.org/indicazioni-per-la-redazione-del-libretto-delle-votazioni-detto-anche-opuscolo-informativo/

      Nota: tramite il link potete accedere anche agli esempi di “libretti delle votazioni”

      2° – Le leggi di iniziativa popolare a voto parlamentare, pur essendo presenti nella Costituzione di fatto non sono uno strumento effettivamente esistente dato che non hanno una regolamentazione tale da obbligare il Parlamento a trattare i temi proposti dai cittadini.

      Solo il regolamento del Senato (Art.74) prevede la discussione delle Leggi di iniziativa popolare da parte delle commissioni. Mancano leggi e regolamenti parlamentari che impongano la discussione ed il voto da parte di entrambi gli organi legislativi. In pratica queste leggi nella stragrande maggioranza dei casi non solo non vengono votate ma nemmeno sono discusse.
      Nonostante l’impegno dei cittadini nel redigere i testi e raccogliere le firme, dal 1972 ad oggi su 263 leggi di iniziativa popolare, solo 161 sono state discusse e solo 3 approvate.

      Occorre introdurre regole che rendano obbligatorio il processo legislativo dopo la raccolta delle firme per leggi di iniziativa popolare. Proposte in questo senso ce ne sono state , per esempio: la proposta del 2008 della senatrice Adamo che propose che le leggi di iniziativa popolare, se non discusse dal Parlamento, dopo un certo tempo di attesa passassero al voto popolare.

      3° – Sarebbe opportuno introdurre il “Referendum obbligatorio” per le leggi di maggior interesse sociale e che hanno grande impatto sui parlamentari stessi e sui loro partiti.
      Ci riferiamo quindi a leggi come:
      – le leggi elettorali.
      – le modifiche della Costituzione.

      Il fatto che chi e’ stato eletto posa fare leggi elettorali crea una situazione di autoreferenzialità ben evidente anche nella reiterata serie di pessime leggi elettorali approvate in Italia.
      Anche le
      modifiche della Costituzione dovrebbero dare luogo al “Referendum obbligatorio” ( senza raccolta di firme ne’ richiesta da parte di qualcuno). Purtroppo, anche se spesso queste modifiche sono state oggetto di voto popolare , esiste la regola in base alla quale se più dei 2/3 dei parlamentari votassero una di queste modifiche, allora il voto popolare non sarebbe più possibile. Il pericolo di modifiche della costituzione di tipo “partitico” esiste ed è grave.

      Sarebbe anche utile l’introduzione del “Referendum finanziario” per leggi con un elevato costo e/o impatto finanziario. Questo referendum potrebbe essere sia facoltativo o anche obbligatorio per cifre di spesa particolarmente elevate.

      4°- Il quorum di tipo “partecipativo” che esige il 50% dei partecipanti al voto rispetto agli eventi diritto al voto, andrebbe eliminato o quanto meno ridotto oppure conteggiato nella forma di “quorum approvativo” ( conteggiato in base al numero dei consensi. Come anche la commissione di Venezia (organo europeo) ha messo in evidenza, il “quorum partecipativo” produce il grave inconveniente di confondere ed equiparare le astensioni al voto NO. Questo ha gravi ricadute e di fatto quindi vieta la libertà di astensione. Dato che astenersi equivale a votare NO, il cittadino che correttamente volesse astenersi perché si sente impreparato sul tema e volesse lasciare decidere agli altri e’ impedito in questo sui civile comportamento dato che l’ astensione finisce spesso con l’essere conteggiata come un NO.

      5°- I referendum abrogativi necessitano della approvazione della Corte costituzionale. Purtroppo recenti interventi della Corte ( tema “cannabis” , ed “eutanasia”) hanno messo in evidenza una incoerenza nella concezione del “Referendum abrogativo” da parte della Corte che ha interpretato questi referendum non nel loro senso abrogativo, consistente nella richiesta della abrogazione di una legge e sua riscrittura e riapprovazione da parte dell’organo legislativo, ma come se fossero non “richieste di abrogazione” ma “proposte di legge”. L’equivoco va di certo affrontato e risolto.


      Altri commenti sul tema:
      A- La proposta della “Legge di iniziativa popolare a voto popolare” ( nominato anche come “Referendum propositivo”) e’ stata approvata in prima lettura alla Camera nel febbraio del 2019, e l’iter si e’ poi bloccato.
      Sarebbe opportuno che l’iter riprendesse, riteniamo comunque che quello strumento sia di certo molto potente ma sappiamo che e’ anche uno strumento molto delicato dato che per i cittadini può risultare difficile se non impossibile redigere leggi ed anche perché un referendum non prevede strumenti di dialogo indispensabili per una buona legislazione
      ( per queste ragioni lo strumento non esiste anche in paesi molto avanti nell’uso di strumenti di democrazia diretta, come la Svizzera dove l’ iniziativa legislativa dei cittadini esiste ma si limita a modifiche costituzionali: sarà poi l’organo legislativo a redigere le leggi conseguenti).
      La proposta di quello strumento rischia di dividere
      e creare contrasti anche tra i sostenitori degli strumenti di democrazia diretta. Riteniamo convenga concentrare le energie su proposte meno difficili da realizzare e comunque molto incisive come quelle elencate precedentemente.
      Molti cittadini ed anche diversi
      attivisti della democrazia hanno infatti delle perplessità’ su alcuni degli strumenti di democrazia diretta e la proposta del “Referendum propositivo” rinforza quelle perplessità e rischia di dividere il movimento democratico.

      Per rispondere ai dubbi sul tema della democrazia diretta, suggeriamo di leggere il testo al link che segue ed anche di contribuire a redigere il testo aggiungendo commenti e, se necessario, altri punti.

      https://www.piudemocraziaitalia.org/2020/05/21/esaminiamo-le-obiezioni-alla-democrazia-diretta/

      B- Un punto molto importante nell’esercizio degli strumenti di democrazia diretta pare essere stato superato: la raccolta delle firme per via elettronica ( già possibile per le ECI europee) e’ divenuta una possibilità anche in Italia.

      Fin qui i punti di miglioramento che riteniamo più importanti ed urgenti.
      Altri temi, come per esempio i limiti ed i problemi , sono anche opportuni e verranno affrontati collegialmente durante la discussione.

      Fine

      Leonello Zaquini
      Per conto di Più Democrazia Italia


      2/11/2022

      • Questo topic è stato modificato 1 anno, 5 mesi fa da Leonello Zaquini. Motivo: Aggiunta frase da commento di Giuseppe: "La pratica dell'uso della DD ..."
    • #6818 Score: 0
      Giuseppe_F
      Partecipante

      Ottimo intervento, grazie Leo!

      Per esperienza diretta ed indiretta, il problema sta nella mancanza di cultura dei cittadini! Come ho fatto già notare in altri canali, sebbene l’Italia sia il paese col più alto numero di referendum al mondo dopo la Svizzera, la stragrande maggioranza di questi son stati presentati da partiti, sopratutto il partito Radicale e Marco Pannella e non dalla popolazione! Quindi calati dall’alto, non sentiti dal basso! E questa differenza è decisiva per comprendere il nocciolo del problema: la Democrazia Diretta non è conosciuta dagli italiani! La riprova sta nel fatto che, nonostante alcuni Comuni prevedano nello Statuto il Referendum Propositivo (vedi il Comune di Gaeta, ad esempio), seppur con limitazioni, i cittadini non l’han mai usato!! Quindi, secondo me, il punto di partenza per avere “Più Democrazia” in “Italia” (ad onore del nome dell’associazione) è necessario innanzitutto diffondere la conoscenza della Democrazia Diretta tra la popolazione con azioni culturali a 360 gradi coinvolgendo tutti, dalle iniziative nelle scuole ai convegni ai banchetti per strada ai comizi dai palchi, ad internet (webtv, video interviste, canali social, gruppo di discussioni e lavori, incontri internazionali con realtà dove la Democrazia Diretta è consolidata come la Svizzera, soprattutto simulazioni di Democrazia Diretta, visto che il fare è sempre meglio del solo sentire (es. redazione di libretto informativi, simulazione di proposte di legge con raccolta firme, assemblee di discussione nei quartieri e nelle scuole,..)! Questa è, a parer mio, l’unica strada!

      • Questa risposta è stata modificata 1 anno, 5 mesi fa da Giuseppe_F.
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    • #6822 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Grazie Giuseppe per il commento.

      Condivido l’ indicazione: fare conoscere la democrazia diretta e proporne l’ uso anche ” dal basso “.
      Per altro anche in Svizzera molte iniziative popolari sono prese dai partiti.
      Ma questo ha anche ricadute positive: il partito di ” minoranza ” potrebbe ” prendere l’ iniziativa” e diventare maggioranza tra i cittadini sul tema specifico. Si cancella la divisione ” maggioranza ” che decide senza ascoltare e l’ ” opposizione” che blatera al vento solo demagogicamente sapendo di non essere ascoltata.
      Uno dei pregi della democrazia ditetta e’ infatti quello di favorire il dialogo . Risana la democrazia rappresentativa dai suoi difetti.
      A questo contribuiscono anche i ” governi collegiali” , ma quello e” un altro tema.
      Spero che la bozza di testo sulla DD, anche se sintetica, sia chiara a questo proposito.
      Grazie comunque per il commento. Di certo raffoezare la “cultura della democrazia diretta” presso i cittadini italiani e’ utile ed importante.

      Penso che il modo migliore per farlo sia:
      – discutere in modo pacato, convincente e costruttivo del tema.
      – lanciare delle iniziative.

      Che e dici? Che ne dite?

    • #6824 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Grazie al commento di Giuseppe ho aggiunto una frase nel testo:
      La pratica dell’uso della democrazia diretta inoltre migliora anche i cittadini e fa evolvere la loro cultura sociale: i cittadini imparano (anche dai propri errori) e riflettere meglio ed in modo sociale e collettivo sui temi referendari. La loro coscienza sociale migliora così nel tempo.”

      ( che non so come mai ha un carattere diverso di dimensione … non riesco a regolare i caratteri)

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