Home Forums 4 – Democrazia rappresentativa – problemi e suo potenziamento. Regole interne ai partiti _ alcune proposte

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    • #3666 Score: 0
      Dario Fe
      Moderatore
      4 punti

      PREMESSA:
      La presente proposta non deve essere letta come provvedimento a sé stante (non si mira ad istituzionalizzare i partiti), ma deve essere inserita in un percorso di riforme che preveda un potenziamento degli strumenti di democrazia diretta ed una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti.

      L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

      Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Tale vuoto normativo, come spesso accade nelle democrazie solamente rappresentative, ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia. Ciò influisce negativamente sul sistema democratico e sulla gestione del bene pubblico (lottizzazione, vita più facile per le lobby, leggi fatte nell’interesse del partito, mancanza di trasparenza, …).

      Il problema “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800. Nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrivendo la degenerazione della demorazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA, illustrò il fatto che le divergenze all’interno dei partiti non sono affatto tollerate dalle lobby ed i potentati che sostengono i partiti: avendo “contribuito alla vittoria elettorale” esigono che, soprattutto sui temi da loro giudicati sensibili, non si presentino divergenze, e che i rappresentanti dei cittadini si trasformino in delegati dei partiti.

      Allo scopo di limitare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, si rendono necessari tre interventi:

      • democrazia diretta, vale a dire l’eliminazione del monopolio del potere legislativo (argomento già oggetto di diverse iniziative parlamentari).
      • Riforma del sistema elettorale (argomento già oggetto di altre iniziative).
      • Regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, e precisazione dei loro intenti e scopi (tema al momento pressoché assente nella legislazione italiana)

      Con questa proposta, ci proponiamo di colmare vuoto normativo al punto (3), obbligando tutti i partiti all’uso di metodi democratici per le decisioni interne (stesura dei programmi, elezione dei rapprentanti nelle istituzioni), in modo che gli eletti rappresentino veramente i cittadini. Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione. Per “eletti” intendiamo sia persone elette in ruoli istituzionali, che in ruoli di partito.

      La proposta riconosce ai partiti il ruolo di incubatori di idee/selezionatori di (alcuni) candidati/produttori di proposte di legge. Ma allo stesso tempo mette paletti per assicurare che il dibattito sia il più democratico possibile.

      INTERVENTI:
      Per assicurare la massima trasparenza e democraticità, proponiamo i seguenti interventi, da applicare a livello nazionale e locale:

      1. trasparenza finanziaria (pubblicazione di tutta la contabilità amministrativa) per partiti e fondazioni politiche.
      2. obbligo di dichiarare i propri intenti, su statuto e programmi.
      3. obbligo di allegare ai programmi una lista di proposte da presentare durante il mandato.
      4. separazione tra ruoli di dirigente di partito e incarichi istituzionali.
      5. limite massimo mandati (per ruoli di partito e istituzionali).
      6. primarie obbligatorie (lista unica, chiunque può candidarsi, se non ha condanne penali).
      7. elezione diretta per i dirigenti di partito (lista come al punto 6).
      8. obbligo di rendere pubbliche, tramite video, le riunioni della dirigenza.
      9. obbligo di assemblee nazionali annuali.
      10. database trasparente degli iscritti, a disposizione dei soli iscritti.
      11. fusioni/scioglimenti, statuto, regolamenti, programmi (+ ogni proposta allegata), e ogni modifica ai detti documenti devono essere approvati dagli iscritti (maggioranza dei votanti).
      12. votazioni a suffragio universale, annunciate con congruo anticipo (almeno 1 mese?), risultati pubblici e controllati da (enti terzi/forze dell’ordine?), e ugual voce a tutti.
      13. beni mobili, immobili, e strumentali di proprietà di ogni iscritto e, in caso scioglimento, acquisite dallo Stato.
      14. espulsioni e divieto d’iscrizione votate a maggioranza (dei votanti) e limitati a casi che comportino condanne penali.
      15. possibilità di iscriversi a più partiti (su temi differenti, la si può pensare come partiti differenti, e si ha il diritto di partecipare al dibattito dove più opportuno).
      16. obbligo per gli eletti di rispondere ai quesiti degli iscritti.
      17. In caso di mancato rispetto dei punti 1-15, scioglimento del partito e responsabilità penali per i dirigenti.
      18. Per singoli eletti si prevede l’uso della revoca (recall), da disciplinare con apposita legge.

      Per quanto riguarda il punto 10, il database non è pubblico, ma a disposizione dei soli iscritti, per evitare contrasti con D. Lgs. n. 196/2003, art. 4 (Codice sulla protezione dei dati personali).

    • #3667 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Grazie Dario per avere ritrovato questo testo ( con lo strumento di ricerca ci si arriva solo se utilizzato quello del forum).
      I punti 13 e 14 mi pare potrebbero essere piu’ chiari:

      13 – beni mobili, immobili, e strumentali di proprietà di ogni iscritto e, in caso scioglimento, acquisite dallo Stato.

      Forse potrebbe essere piu’ chiaro togliendo  invertendo la frase:
      13 –  in caso scioglimento del ppartito, i beni mobili, immobili, e strumentali di proprietà di ogni iscritto vanno acquisiti dallo Stato.

      Ma non capisco gli “strumentali di proprietà di ogni iscritto” come possano essere requisiti.

      = = =

      14 – espulsioni e divieto d’iscrizione votate a maggioranza (dei votanti) e limitati a casi che comportino condanne penali.

      Forse (se ho capito bene) sarebbe piu’ chiaro se fosse:
      14 – espulsioni e divieti all’iscrizione vanno decise/ approvate  votandole a maggioranza (dei votanti) e vanno limitate a casi che comportino condanne penali.

      = = =
      Che ne dici? Che ne dite?

    • #3669 Score: 0
      Dario Fe
      Moderatore
      4 punti

      13 – Non mi ricordo chi fece aggiungere questo punto. Mi pare che il senso fosse “i beni mobili, immobili, e strumentali (appartenenti al partito) sono da considerarsi come di proprietà di tutti gli iscritti e, in caso scioglimento, vengono acquisiti dallo Stato.”

      = = ========
      14 – Sì, la nuova versione è più chiara. Ma mi ricordo che era un punto controverso. Era un compromesso la tra la visione “garantista”, che vietava qualsiasi forma di restrizione e quella “fondamentalista grillina”

    • #3702 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Sul tema “partiti” trovo questo testo dell’amico Pillegi con il quale  si potrebbe prendere contatto e proseguire nel lavoro :

      Democrazia e partiti – Una prospettiva liberale

    • #4620 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Anche se non molto calzante archvo qui questo testo sul “vincolo di mandato”.
      Il testo mi pare uno strafalcione anche dal punto di vista linguistico: il vincolo di mandato concerne il voto, non e’ il “vincolo a restare nel partito” (anche se e quando questo cambia programmi).

      Fai clic per accedere a 1610749213368_mandato.pdf

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