La nave = l’Italia
L’oceano = l’ipercomplesità del mondo
La rotta = la capacità di comprendere , interpretare e poi decidere
La ciurma = non il popolo ma Deputati e Senatori (per libera scelta)
Il celeuste (chi coordina le vogate) = il popolo e non gli elettori
Chi rema conosce la navigazione del mondo antico (ma non troppo), e in particolare quella voce mandata dal capo dei rematori, il celeuste, per scandirne il ritmo di vogata – ma anche della cantilena con cui gli stessi rematori si coordinavano. Il coordinamento delle vogate era ed è essenziale per qualunque natante si sposti a forza di remi ( occorre ricordarlo ai capi politici): una vogata fuori posto e i remi s’incrociano, s’intoppano, e non si vincono regate né si spostano grandi navi se ciascuno rema quando vuole (dove va l’Italia?).
Il celeuma è la risposta più immediata e agile a questa necessità, delicata e nerboruta.
Non è un semplice canto di lavoro per darsi ritmo e fugare la noia, perché porta la cifra irriducibile dell’ordine, del comando (in greco keleúo è proprio ‘io comando’): l’armonia ripetitiva del celeuma ha un che di coatto, e se vogliamo anche di alienante. E poiché non siamo tutti prestanti canottieri e pochi di noi lavorano su triremi e galere, forse possiamo apprezzare meglio gli usi figurati che il celeuma schiude.