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Taggato: Sistema Elettorale Proporzionale
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Erminio Ressegotti.
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Sistema Elettorale Proporzionale
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La Costituzione Italiana non ha dubbi nell’affermare che la tipologia di voto sia la migliore espressione di democrazia e che passa attranerso libere preferenze sulla base di aggregazioni programmatiche omogenee fra cittadini. Pur emotivamente pensare che sia comunque positiva la votazione diretta di un semplice iscritto nelle liste elettorali, ciò porta ad una differenziazione dei voti ricevuti che se applichamo uno stringente criterio di proporzionalità del conseguente potere decisionale che in questo caso viene attribuito singolarmente e differenziato con tutti gli altri eletti fino a raggiungere il numero di parlamentari prefissato. La gestione di ogni singola votazione per giungere ad una maggioranza di voto diventa praticamente molto difficile se non impossibile. Una ipotesi di estrazione casuale permette di assegnare ad ogni eletto un uguale valore del voto. Ci sono ad ogni modo due problemi, il primo è che anche la capacità dell’eletto di svolgere il mandato è frutto dello stesso caso e la probabilità di scegliere i migliori in teoria/pratica si abbassa. La terza variabile è che i cittadini di fronte a tale delega decisionale che gli toglie di fatto il poter ipotizzare di diventare probabilisticamente un eletto è estremamente bassa e non motiva assolutamente di costruirsi una cultura personale in tal senso. In questi due casi, a fronte del fatto positivo di limitare anche se non impedire la possibile degenerazione oligarchica nel suo operato, resta comunque il dato che vi sono buone probabilità che lo stesso venga istruito ai suoi diritti e doveri di eletto e da chi necessariamente dovrebbe essere aiutato ad approfondire gli argomenti su cui deliberare, partendo magari da poco più di zero e sperare che conosca qualcosa di suo sui vari problemi che comunque sono letti con la cultura personale che lo ha formato e sostenuto nella sua vita quotidiana. Quest’ultima problematica è comunque presente in non pochi eletti anche con il criterio delle liste bloccate e non con candidati decisi al tavolo da pochi politici sicuramente non disinteressati. Infatti anche oggi ci sono funzionari che scrivono con la loro conoscenza sicuramente valida ma non immune dalle proprie convinzioni politiche molti degli intereventi che poi i politici leggono in aula.
Ci sono altre modalità per redigere liste, ad esempio con una preselezione tramite primarie che possono/tentano di eliminarne il controllo dei capi e dirigenti di partito e sottoporla alla votazione finale. Rimane ancora da risolvere come garantire che l’informazione sui candidati in lista sia effettivamente fatta in termini globali con canali idonei di contenuto omogeneo e super partes, non soggette a mass media sostenuti da lobby od altro, a tutti cittadini.
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