Home Forums 10 – FARE il cambiamento Revisione del sistema elettorale e dei sistemi di rappresentanza politico/istituzionale di ogni livello

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      Pasqualino Allegro
      Amministratore del forum
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      Richiesta di revisione del sistema elettorale, oltre che degli automatismi di
      rappresentanza politico/istituzionale di ogni livello, secondo i principi di un pluralismo
      politico di sistema associato a formule di democrazia partecipativa o diretta, nonché
      demarchia.

      MOTIVAZIONI
      Dagli artt. 48, 49, 56, 58 e 122 della Costituzione italiana si deduce che l’assegnazione
      dei seggi è conseguente alle elezioni, le quali consentono agli elettori di scegliere ed
      eleggere direttamente i membri che compongono il parlamento e i consigli degli enti
      locali. Ne consegue che tale scelta implica un voto espresso sulla scheda elettorale e che
      pertanto l’assegnazione dei seggi deve essere effettuata in base ai voti espressi
      dall’elettorato. La Costituzione italiana non lascia intendere che i seggi debbano essere
      assegnati “comunque”, soprattutto ricorrendo ad éscamotage che alterano il normale
      rapporto di sovranità con gli elettori (ad es. i riferimenti esclusivamente percentuali del
      consenso senza che questi considerino i valori assoluti del numero dei voti espressi,
      oppure i premi di maggioranza variabili indicati di volta in volta con specifici decreti
      elettorali).

      L’art. 49 della Costituzione indica molto chiaramente che i partiti politici debbano
      costituire semplici strumenti di diritto e non un obbligo di cooptazione degli elettori,
      essendo il loro scopo quello di determinare la politica nazionale, invece di occupare ad
      ogni costo il parlamento ed ogni istituzione o funzione pubblica. La Costituzione quindi,
      a nostro avviso, non impedisce ai cittadini non iscritti a partiti, movimenti politici o
      qualsivoglia lista di ricoprire la carica di parlamentare o consigliere o ministro della
      repubblica.

      L’art. 1 della costituzione italiana, soprattutto, recita molto chiaramente che “la
      sovranità appartiene al popolo” e che “l’Italia è una repubblica democratica” e il
      fenomeno dell’astensionismo che è cresciuto notevolmente in questi ultimi tempi indica
      senza alcuna ombra di dubbio che gli elettori non si fidano più degli attuali partiti.

      Da sottolineare come da le ultime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, ad oggi, l’astensione e la sfiducia degli
      elettori verso i partiti è cresciuta ulteriormente, e gli italiani che non hanno voluto
      esprimere alcun consenso nei loro confronti sulla base di motivazioni e convinzioni
      strettamente politiche ha superato il 30% degli aventi diritto, con un complessivo di più
      di 15 milioni di elettori che si sono astenuti. A rafforzamento di questa tesi molti di essi hanno anche fatto trascrivere o allegare nei verbali elettorali le motivazioni della loro scelta di non votare alcuna lista presente, e dei quali per i meccanismi elettorali in essere non è attualmente neanche possibile conoscerne il numero preciso complessivo.

      Pare poco logico non dare alcun peso ed ignorare, in una democrazia, questo
      elettorato che ha superato quasi del doppio l’elettorato della lista che ha avuto più voti.

      Per questa ragione il CVDP (Movimento Astensionista Politico Italiano) e il
      CCDD (Comitato Cittadino Democrazia Diretta) hanno reso opportuno proporre i seguenti cinque punti programmatici fondamentali, da considerare in vista di un’auspicabile e urgente modifica dell’intero sistema elettorale italiano, nonché nell’attribuzione dei seggi e delle cariche pubbliche ed istituzionali di ogni livello, come di seguito elencato:

      1. L’aggiunta sulle schede elettorali indicanti un’area per le astensioni, con la
        previsione della casella “nessuno” o, in alternativa, “non voto” o anche “bianca”.
      2. Lo scatto dei seggi in percentuali numeriche direttamente collegate al numero dei
        voti validi espressi, ma rapportate agli aventi diritto (es. su 50 milioni di aventi diritto, se i voti validi sono 25 milioni i seggi che scattano saranno esattamente la metà), senza ovviamente alcun premio di maggioranza.
      3. I seggi determinati dalle espressioni “nessuno” o “non voto” o “bianca”, nonché da
        quelli determinati da astensione passiva o mancata affluenza alle urne, con l’eventuale aggiunta anche dei residui dei voti per mancati raggiungimenti di quorum, saranno assegnati gratuitamente a cittadini regolarmente iscritti nelle liste elettorali ma non ricoprenti alcun’altra carica politica o istituzionale, secondo modalità di sorteggio pubblico rotativo di brevissimo periodo.
      4. Con analogo meccanismo rotativo saranno inoltre scelti anche i rappresentanti di
        lista per il “non voto” regolarmente ammessi nei seggi elettorali e gli scrutini, al pari dei rappresentanti dei partiti o liste politiche.
      5. Un analogo meccanismo di massima rappresentatività pluralistica potrà inoltre
        essere previsto a tutti i livelli, vale a dire anche per l’assegnazione di cariche istituzionali, Giunte esecutive, CdA, Authority, Enti Pubblici, etc. etc.

      In questo modo i plenum istituzionali (parlamentari o altro) sarebbero comunque
      assicurati, ma con una notevole riduzione dei costi e soprattutto dell’ingerenza dei
      partiti all’interno delle Istituzioni.

    • #5793 Score: 0
      caspiat
      Spettatore
      -2 punto

      mi sorprende che qui non ci siano commenti!

      Annuncio, che ve ne saranno alcuni da parte mia, perché l’astensione va trattata con logica filosofica. E andrò a cercare il Movimento Astensionista, della cui esistenza non sapevo.voti

      Non è comunque corretto assegnare voti per “bianco, non voto” o cose simili, a persone sorteggiate.

      Li invece va solo una scelta: Voglio un candidato sorteggiato!

      I voti non validi e le astensioni corrispondono a una riduzione di seggi e di rimborsi. Se non si arriva a un quorum, l’elezione non è valida.

      In linea generale, è una bocciatura, e tutti i candidati dei partiti non possono ricoprire cariche politiche per una legislazione. (Si possono fare clausole per fare eccezioni). La ripetizione delle elezioni si fa con candidati diversi. L’elettorato così ha la possibilità di annientare tutta la struttura politica di alcun partiti, e dare opportunità a proposte nuove.

       

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