Home Forums 10 – FARE il cambiamento Quorum zero o limitato per le votazioni popolari

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      QUORUM ZERO O LIMITATO PER LE VOTAZIONI POPOLARI Classifica: 20°

      Proponiamo che in occasione di votazioni popolari, di qualsiasi tipo, il quorum sia abolito o quanto meno ridotto ad una soglia molto più bassa dell’attuale. Riteniamo che l’astensione non debba avere effetto nel conteggio dei favorevoli e contrari.

      La partecipazione al voto è bene che sia un atto cosciente e preparato ( grazie agli strumenti di informazione come il “libretto delle votazioni”, di cui parliamo in altri punti) ed occorre quindi che chi per diverse ragioni non si senta preparato sul tema possa astenersi, in modo che la decisione venga presa da persone convinte che si presume abbiano studiato e siano preparate sul tema.

      Il quorum al livello attuale ( 50% degli aventi diritto ) di fatto attribuisce il potere legislativo alla somma di chi si astiene e chi vota NO. L’obiezione secondo la quale ” pochi votanti pilotati da lobby deciderebbero per tutti” sarebbe più efficacemente contrastata dalla informazione pubblica della votazione e dalla esistenza del ” libretto delle votazioni” oppure da livelli di quorum più bassi, come anche dal “quorum di approvazione” ( sul numero dei consensi e non quello “di partecipazione”) o anche dal sistema della “doppia maggioranza” ( maggioranza dei cittadini e nelle regioni o distretti).

      Il quorum non esiste nella grande maggioranza dei paesi nei quali esistono strumenti di democrazia diretta ( Svizzera , USA … e molti altri). Anche in Italia non esiste per i “Referendum costituzionali”. La Commissione di Venezia sconsiglia l’uso del quorum e, se dovesse esistere, raccomanda il “quorum di approvazione” (che definisce una soglia di circa il 25% dei consensi).
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      Inserito nel Doc

       

      Stanza videoconferenza:

      https://meet.jit.si/piudemocraziaitalia_10

      • Questo topic è stato modificato 3 anni, 6 mesi fa da portavoce. Motivo: link videoconferenza
      • Questo topic è stato modificato 3 anni, 3 mesi fa da Leonello Zaquini. Motivo: Inserito nel doc "fare il cambiamento"
    • #4764 Score: 0
      Erminio Ressegotti
      Moderatore
      14 punti

      Questo punto è estremamente divisivo e merita una approfondita riflessione.

      Molte argomentazioni sono abbastanza esaustivamente presenti nel testo della Commissione di Venezia che è specificatamente redatta sull’uso del referendum in tutte le molteplici ipotesi di un suo utilizzo.

      Sostanzialmente propone di non applicare un quorum  per una serie di motivi. Il più significativo è che anche una esigua minoranza che tradizionalmente si astiene dalla normale frequenza elettorale delle votazioni ordinaria che oggi si attesta al 50%  permette di non rendere valido il risultato.  senza quorum i consenso alle proprie tesi è basato solo sulle validità delle motivazioni.  Anche l’ultimo referendum vincolante a quorum zero, ha obbligato i due fronti ad attivare al massimo i propri sostenitori, superando in partecipazione l’affluenza alle votazioni elettorali ordinarie.  Quelle consultive la partecipazione è percentualmente inferiore. Se si vuole veramente la massima corrispondenza della volontà popolare, il quorum zero è il più efficace. Un altro ragionamenti si preoccupa che dal lunto di vista teorico anche pochi partecipanti possono decidereper tutti gli elettori. Se cio avviene è solo perche il risultato non appare incidente sulle prospettive post referendum e i cittadini lasciano a chi pensa seriamente di sostenere una delle due ipotesi, vada a votare. Nella proposta ferma in parlamento al Senato, la mediazione ha fatto salire il limite quorum al 25% degli aventi diritto al voto. Non si capisce come mai per una decisione estremamente importante quale il referndum costituzionale che dovrebbe essere sempre obbligatorio e vincolante come è previsto in molti stati, Svizzera inclusa,  il quorum zero sia stato proposto dai padri costituenti, mentre pe decisioni di minor importanza si propongono quorum demotivanti alla partecipazione dei cittadini, forse vi è qualche logica talmente ovvia che evito di evidenziare. Si ritiene che in questo momento l’opzione di quorum al 25% che prevede la legge oggi in itinere al senato, si possa accettare in quanto comunque porta con se il fondamentale principio di permettere leggi di iniziativa popolare con possibile opzione finale referendaria. Modifiche future saranno possibili quando i fatti dimostreranno l’infondatezza  delle motivazioni di chi lo sostiene.

    • #4927 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Anche tenendo conto elle cosiderazioni del messggio precedente ( di Erminio), siccome vivo in un paese dove i cittadini votano spesso e nessun tipo di votazione popolare ( inizitive popolari o vari tipi di referendum) cerco di redigere una  proposta di “descrizione sintetica” del punto:
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      QUORUM ZERO O LIMITATO PER LE VOTAZIONI POPOLARI

      Proponiamo che in occasione di votazioni popolari, di qualsiasi tipo, il quorum sia abolito o quanto meno ridotto ad una soglia molto più bassa dell’attuale.

      La partecipazione al voto è bene che sia un atto cosciente e preparato ( grazie agli strumenti di informazione come il “libretto delle votazioni”, di cui parliamo in altri punti) ed occorre quindi che chi per diverse ragioni non si senta preparato sul tema possa astenersi, in modo che la decisione venga presa da persone convinte che si presume abbiano studiato e siano preparate sul tema. Questo “astensionismo civile” va reso possibile.

      Il quorum al livello attuale ( 50% degli aventi diritto ) di fatto attribuisce il potere legislativo a chi si astiene. Quindi impedisce l’ “astensionismo civile” e nuoce alla qualità delle decisioni. L’obiezione secondo la quale ” pochi votanti pilotati da lobby deciderebbero per tutti” sarebbe più efficacemente contrastata dalla informazione pubblica della votazione e dalla esistenza del ” libretto delle votazioni” oppure da livelli di quorum più bassi, come anche dal “quorum di approvazione” ( sul numero dei consensi e non quello “di partecipazione”) o anche dal sistema della “doppia maggioranza” ( maggioranza dei cittadini e nelle regioni o distretti).

      Il quorum non esiste nella grande maggioranza dei paesi nei quali esistono strumenti di democrazia diretta ( Svizzera , USA … e molti altri). Anche in Italia non esiste per i “Referendum costituzionali”. La Commissione di Venezia sconsiglia l’uso del quorum e, se dovesse esistere, raccomanda il “quorum di approvazione” (che definisce una soglia di circa il 25% dei consensi).

       

    • #4955 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      A seguito riunione del 23-02 con Erminio ed Elio:
      Versione: V1

      = = =

      QUORUM ZERO O LIMITATO PER LE VOTAZIONI POPOLARI

      Proponiamo che in occasione di votazioni popolari, di qualsiasi tipo, il quorum sia abolito o quanto meno ridotto ad una soglia molto più bassa dell’attuale. Riteniamo che l’astensione non debba avere effetto nel conteggio dei favorevoli e contrari.

      La partecipazione al voto è bene che sia un atto cosciente e preparato ( grazie agli strumenti di informazione come il “libretto delle votazioni”, di cui parliamo in altri punti) ed occorre quindi che chi per diverse ragioni non si senta preparato sul tema possa astenersi, in modo che la decisione venga presa da persone convinte che si presume abbiano studiato e siano preparate sul tema.

      Il quorum al livello attuale ( 50% degli aventi diritto ) di fatto attribuisce il potere legislativo alla somma di chi si astiene e chi vota NO. L’obiezione secondo la quale ” pochi votanti pilotati da lobby deciderebbero per tutti” sarebbe più efficacemente contrastata dalla informazione pubblica della votazione e dalla esistenza del ” libretto delle votazioni” oppure da livelli di quorum più bassi, come anche dal “quorum di approvazione” ( sul numero dei consensi e non quello “di partecipazione”) o anche dal sistema della “doppia maggioranza” ( maggioranza dei cittadini e nelle regioni o distretti).

      Il quorum non esiste nella grande maggioranza dei paesi nei quali esistono strumenti di democrazia diretta ( Svizzera , USA … e molti altri). Anche in Italia non esiste per i “Referendum costituzionali”. La Commissione di Venezia sconsiglia l’uso del quorum e, se dovesse esistere, raccomanda il “quorum di approvazione” (che definisce una soglia di circa il 25% dei consensi).

    • #5787 Score: 0
      caspiat
      Spettatore
      -2 punto

      Qui sono un pò sorpreso, perché chi vive la democrazia in Svizzera ha realtà che altri non hanno, e sul quorum mi aspettavo “feeling empirico”.

      Mi spiego:

      I referendum Svizzeri, che secondo me sono la quantità annuale sufficiente che un popolo può gestire, partono da iniziative popolare. Cioè da un gruppo di interessati o attivisti, che chiede attenzione e poi decisione su particolari temi.

      È perfettamente possibile, che nel tempo a disposizione la copertura dei temi sia insufficiente, ma non lo accetto come ragione per fare concessioni.

      Io penso che fare assunzioni semplifica le cose, e che una iniziativa intelligente può essere riproposta in anni seguenti, quando viene capita meglio da una maggiore massa.

      Per cui, astensione + No mi sembra una formula accettabile per rifiutare una proposta.

      Ricordo qui, che ho una veduta dell’astensione sostanzialmente diversa dalla vostra. Sono in completo disaccordo sulla visione globale sull’astensione, che la ritiene una malattia della democrazia. io la considero un’arma importante senza la quale il popolo non riesce a assicurarsi la democrazia.

      Per quanto riguarda questioni che interessano pochi, proprio per quelle ci sono gli impiegati legislatori, cioè il Parlamento. Li si sbrigano faccende che interessano gruppi piccoli.

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