Home › Forums › 10 – FARE il cambiamento › Inserire strumenti partecipativi negli statuti comunali › Rispondi a: Inserire strumenti partecipativi negli statuti comunali
So che qui vi riferite all’attività comunale. Per essere più generici, io parlerei di zone o regioni “civiche” (ma questo lo faccio perché ho in mente un certo “disegno” organizzazionale che si estende su tutto il territorio nazionale come una rete).
Siccome il disegno è complesso, lo menziono solamente. È comunque totalmente compatibile con quello che dite, e fa parte del piano nazionale con cui si gestisce la democrazia rappresentativa.
La Svizzera è una Federazione, con elezione di rappresentanti e democrazia diretta concentrata su questioni di interesse pubblico.
È un modello molto interessante, ma strategicamente non può essere “imposto” a altri 70 popoli che si definiscono democratici.
Il massimo che si può fare, se si persegue una strategia globale, è limitarsi alla “correzione” o meglio, “realizzazione” della democrazia rappresentativa. E li si può presentare l’organigramma corretto, che somiglia al modello Svizzero, ma è giustificato con logiche di potere e di assicurazione del potere alle mani del popolo.
In realtà, la democrazia rappresentativa pura è impossibile, perché esclude il popolo, e quindi è prevalentemente non democratica. Per essere democratica, l’elettorato ha sempre il potere, e ha sempre la possibilità di prendere in mano le redini e decidere su particolari punti. È comunque l’unico responsabile di questioni nelle quali i rappresentanti si troverebbero in un conflitto di interessi, o dove l’elettorato deve assicurarsi zero intromissione. Dirlo in questi toni non conviene, perché si rischia di perdere la possibilità di rifiutare obbligazioni “congenite”. Conviene invece, esporre l’attuale democrazia rappresentativa come “truffa”, che in realtà è oligarchia etichettata male. Ciò da il diritto di realizzare la democrazia rappresentativa nel modo corretto, e io eviterei di fare tutto in un solo passo. Farei solamente il passo più impattante, che sottrae alla elite il controllo sui rappresentanti.