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Leonello Zaquini
Moderatore
107 punti

Caro Nicola,
Ho letto la uova versione del testo sul “voto elettronico” e mi pare arricchita , da diversi punti di vista.
L’aspetto che trovo particolarmente interessante e’ il “panorame” dei diversi metodi esistenti.

Per altro, in proposito al voto elettronico ho sia dei commenti che forse possono essere utili per migliorare la chiarezza del testo (A), come anche delle cosiderazioni di tipo generale che mi paiono utili alla nostre rflessione, anche al di la’ dell’articolo (B).

A-1- Quando si parla di “metodo Shultz” oppure “condorcet”, penso potrebbero essere utili due parole per dire che OLTRE al voto elettronico e qualsiasi sia il supporto del voto ( cartaceo o meno) esistono dei metodi diversi per conteggiare le preferenze.

Mi parrebbe opportuno separare bene i due temi,, anche con due parole esplicative. Per esempio:

“- i metodi di conteggio delle preferenze possono anche essere integrati nel voto elettronico … ecc ecc ”

Una breve introdusione quando si parla dei due metodi in modo da evitare che chi legga possa immaginare che il “metodo Condorcet” o “Schulz” siamo specifici del voto elettronico … .

A- 2 Forse e’ un mio limite, ma l’espressione “Proiettile d’argento” non la conosco e non mi e’ affatto chiara (anche dopo che me l’avevi spiegata).

= = =
Il punto B forse dovremmo / potremmo discuterlo a parte, dato che puo’ servire ad una nostra riflessione sul tema pur senza dover essere presente nell’articolo.

Ma ne accenno rapidamente qui:

Mi riferisco al chiaro enunciato:
– il voto elettronico permette di fare ” votare anche persone lontane o disabili, per esempio in paesi con vasta estensione territoriale”.

Ma anche il voto per posta consente la stessa cosa.
In Svizzera, infatti anche dove non esiste il voto elettronico,  si puo’ votare:
– durante due settimane.
– spedendo il proprio voto per posta.
– infilando la propria busta nella buca delle lettere del comune anche in orari di chisura.
– infilando la propria busta in un’urna presente in Comune, nell’orario di apertura.

Solo gli arci-ritardatari, possono ancora andare la domenica mattina del “giorno delle votazioni” (quando tutti hanno gia’ votato da una settimana o due), a votare.

in ogni caso:
– non si “chiudono le scuole” per votare.
– le operazioni sono gestite dal personale comunale in gran parte drante il loro orario di lavoro (salvo lo scrutionio della domenica mattina/primo pomeriggio, con altri scritatori volontari).
– il costo/per elettore (che include la pubblicazione del “libretto” e delle operazioni di voto) e’ 8 volte meno che non in Italia oggi.

In queste condizioni anche senza “voto elettronco” gli andicappati possono, anche loro,  trovare il modo di votare durante le due settimane di “voto possibile”.

Aggiungo e finisco:
– in passato si poteva votare anche nelle stazioni di polizia / vigili urbani …  o altri uffci pubblici.
Non so come mai questa possibilita’ sia stata eliminata.

In Italia dove siamo famosi per avere: polilzia/carabinieri/ guardie di finanza/ … ecc ecc.
Ci sarebbero anche piu’ possibilita’.

Concludo con mie considerazioni personali:
– la democrazia con carta / penna, ma rendendo l’operazinoe di voto piu’ flessibile, potrebbe funzionare benissimo anche senza uso della rete.
– constato che associare democrazia e informatica, “spaventa” molte persone e le induce a ritenere che la democrazia sia una “utopia”. Per quanto possibile evito di farlo.

Resta che, come ho detto, ho trovato interessante la “carrellata” delle soluzioni esistenti.

riduzione dei costi del personale di controllo ed in parte cartaceo”.