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Leonello Zaquini
Moderatore
107 punti

In base alla lista di proposte arrivateci (vedi sopra) sono state applicate le modifiche seguenti ai capitoli Pag 2 e (“Probema in breve”) e pag 4 ( ” NO”).

Restiamo in attesa del capitolo pag 3 ( ” SI”) nella sua versione piu’ recente.

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Prima di inseririli nella “bozza” (prii interventi della discusisone) presentiamo qui i capitoli nella versione piu’ recente.

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Esempio di integrazione della proposta: miglirare la leggibilità, proposta di modifica 2.
et anche 3 , 5 , 6, 7,

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Pag 2
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PRESENTAZIONE DELL’ ARGOMENTO E CONTESTO GENERALE, IN BREVE.

IL CONTESTO: riduzione del numero dei parlamentari
Con questo referendum confermativo il popolo italiano viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo: “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita a 200 senatori. La riforma impone a 5 il numero massimo di senatori a vita.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali: «… sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la «ammissibilità del referendum».

COSA E COME SI VOTA: “si” o “no” alla riduzione, senza quorum
Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari.
Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale.
Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi indipendentemente dal numero dei votanti.

EFFETTI: rapporto tra elettori ed eletti, semplificazioni e riduzione spese o riduzione rappresentatività
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati e poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo.

ESEMPI: in altri paesi e contesti
Il problema del numero dei parlamentari è affrontato in modo diverso nei diversi paesi UE.
I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che:
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è ora in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione (come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge (come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente, con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti, si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, paese federale, con 0,8).
In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti, resteremmo penultimi prima della Germania e dopo la Spagna (1,3).
Limitando il confronto alle sole “camere basse”, che sono più omogenee,  (escludendo il senato), l’Italia, occupa attualmente il 24° posto e passerebbe all’ultimo tra i paesi europei.

In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 930 attualmente in vigore.
Con la modifica Costituzionale del 1963, che fissa il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato: vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.

Sei tentativi di riforma, in passato.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
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NOTA: il testo è approvato da un gruppo di cittadini attivi in comitati favorevoli e contrari.
Integrati i commenti.