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Leonello Zaquini
Moderatore
107 punti

BOZZA 2 (aggiunto argomento suggerito da Erminio – riduzione a 3827 caratteri)
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Argomenti per il NO.
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La riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderebbe più  difficili le interazioni tra i cittadini e gli eletti e, quindi, faciliterebbe il controllo dei partiti sui rappresentanti.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, in modo da assicurare che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 avremmo oggi circa 100 parlamentari in più.
Il problema ricorrente della democrazia solo rappresentativa per il quale i rappresentanti dei cittadini sono indotti o anche forzati a degenerare in « funzionari del partito » rischia di rafforzarsi. La proposta era nata per accompagnare l’introduzione di strumenti di democrazia diretta i quali però pare siano stati archiviati e la riduzione del numero dei rappreentanti non è accompagnata da alcun correttivo.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento « economia », ma in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati molto meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
L’altro argomento della « semplificazione delle procedure » risulta, anche quello, inconsistente : non saranno alcuni interventi in più in Parlamento a porre problemi. Soprattutto se riferissero opinioni di cittadini con i quali i parlamentari possono essere in contatto. Questo sarebbe anzi un vantaggio per la democrazia e per la qualità delle leggi.
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensi che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero ridurrebbe ancora di più la propria rappresentanza. I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività.
– rafforzamento della importanza delle delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e anche durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico : il partitismo e la tendenza alla « degenerazione oligarchica ». Per concludere, non possiamo sapere per quali ragioni nell’arco del tempo  in diverse occasioni persone diverse e di diverse tendenze si espressero a favore della riduzione del numero dei rappresentanti, ma constatoamo che anche il Sig. Gelli nel programma della sua P2 avesse proposto la riduzione dei parlamentari.  E’ la constatazione di un fatto storico.

Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .