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Leonello Zaquini
Moderatore
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Bozza
Argomenti per il SI
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LE   RAGIONI   PER ANDARE  A  VOTARE  SI’

La democrazia rappresentativa, conquistata nei secoli, fa i cittadini titolari di tutte le scelte pubbliche articolate che non possono materialmente essere gestite con la democrazia diretta dove convivono più di qualche decine di migliaia di cittadini. Ci vuole l’istituto  Parlamento, in cui gli eletti discutono e decidono.  Non è uno strumento rigido. Aggiorna le regole del convivere al passar del tempo, resta soggetto alla continua valutazione dei cittadini nonché a periodici loro giudizi elettorali individualmente segreti e  può avvalersi, secondo  norme specifiche, di forme di democrazia diretta su singole tematiche circoscritte.
Il 29 marzo 2020, il voto SI rende più funzionale la democrazia rappresentativa. Infatti il Parlamento ha approvato in doppia lettura a maggioranza il taglio nel numero dei parlamentari. Questo taglio,
– rende più snello discutere e decidere,
– rende più trasparenti gli atti parlamentari,
– agevola giudicare da fuori quanto accade,
– consente  allo Stato un risparmio certo, seppure di ammontare assai limitato,
– contrasta alla base  la campagna ultradecennale dei media contro il parlamento
e a favore delle elites di governo distanti dai cittadini.

Le critiche al ridurre il numero dei parlamentari  senza estendere le riforme ad altri meccanismi istituzionali, non hanno spessore poiché non mutano che l’aver deciso il taglio intanto avvicina ai cittadini e non impediscono di fare in seguito le correzioni che dovessero servire.
Approvato a maggioranza assoluta (addirittura molto estesa nella quarta votazione), il taglio avrebbe modificato la Costituzione se un quinto dei senatori non avesse richiesto di sottoporla a referendum. E’ stato determinante un drappello di senatori sovranisti che, dopo aver votato SI’ al taglio nelle 2 votazioni in aula, ha fatto raggiungere la soglia per  il referendum, preferendo far decidere ai cittadini.
Nel rispetto delle leggi vigenti, il 29 marzo andremo alle urne. Eppure non serviva far votare i cittadini sul quesito che approva o respinge la legge votata, finché in Senato il quorum non è stato raggiunto rinnegando le scelte precedenti.  Il 29 marzo è un passaggio che mira a  logorare il Parlamento con la scusa di preservarne la capacità rappresentativa. Solo che tale capacità non è legata alla quantità degli eletti e a quanto territorio coprano. E’ legata alle scelte espresse dai cittadini circa i progetti politici e i rappresentanti eletti per dibattere e decidere quale progetto attuare con le azioni istituzionali. In seguito i cittadini giudicano i risultati ottenuti.
Riempire le urne con il SI’  è il modo più efficace sia per mettere nell’angolo le manovre di palazzo dei fautori  a parole della democrazia  civica  (i quali intendono favorire concezioni di governo sopra i cittadini), sia per  potenziare le istituzioni rappresentative dotandole dei correttivi migliorativi introdotti dal taglio che le rendono più attente alle richieste dei cittadini.