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BOZZA
Argomenti per il NO.
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La riduzione del numero dei rappresentanti tocca delicati equilibri e, oggettivamente, riduce la rappresentatività del sistema rappresentativo, che invece dovrebbe essere migliorata.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, in modo da assicurare che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 avremmo oggi circa 100 parlamentari in più.
La riduzione, ulteriore, del numero dei parlamentari oggettivamente rende più difficili le interazioni tra i cittadini e gli eletti e, quindi, facilita il controllo dei partiti sui rappresentanti. Il fenomeno ricorrente, e grave, della democrazia solo rappresentativa per il quale i « rappresentanti dei cittadini » sono indotti o anche forzati a degenerare in « funzionari del partito » rischia di rafforzarsi. Tanto più che la proposta era nata per accompagnare l’introduzione di strumenti di democrazia diretta. I quali però pare siano stati archiviati e la riduzione del numero dei rappreentanti non è accompagnata da provvedimenti correttivi.
I propositori della modifica costituzionale hanno a lungo enfatizzato l’ argomento « economia », evidentemente privo di consistenza : in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati molto meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Eppure questo argomento è stato « sbandierato » a lungo e con insistenza, questo fa ritenere che non esistano effettivi altri motivi e che, se esistono, non è giudicato opportuno farli conoscere.
L’altro argomento della « semplificazione delle procedure » risulta, anche quello, inconsistente : se nel corso del dibattito alcuni parlamentari in più espongo le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, evidentemente questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, senza complicazioni che esigano di essere « semplificate ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Molise, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza passando da 18 a 12 rappresentanti per una popolazione di 5,4 milioni ( la 4° regione italiana ). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
In base a queste considerazioni possiamo affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produce gli effetti seguenti : un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza e quindi un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività, difetto purtroppo ricorrente nei sistemi rappresentativi). Ma non solo : le attività delle lobby di potere (che purtroppo in Italia non mancano), potranno essere più determinanti e più incisive, sia al momento dell’elezione, come anche durante l’attività legislativa.
In sostanza, anche se nonostante la riduzione il numero dei parlamentari resta importante, la riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico : il partitismo e la tendenza alla « degenerazione oligarchica ». Per concludere, non possiamo sapere per quali ragioni nell’arco del tempo in diverse occasioni persone diverse e di diverse tendenze si espressero a favore della riduzione del numero dei rappresentanti, ma occorre constatare che anche il Sig. Gelli nel programma della sua P2 avesse proposto la riduzione dei parlamentari. E’ la constatazione di un fatto storico.
= = = considerazione aggiunta in seguito al commento di Erminio = = =
Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .
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Leonello Zaquini.
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Leonello Zaquini.
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Leonello Zaquini.
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