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Leonello Zaquini
Moderatore
107 punti

Riprovo a continuare:
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La Costituzione dice che: « Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni » ( ART 94) mentre lei ci fa sapere che anche solo una « controproposta » di legge non accettata dai cittadini comporterebbe delle dimissioni!
Egregio Professor Azzariti, le assicuro che questo visione “plebiscitaria” dell’organo Esecutivo, oltre a non trovare posto nell’ordinario sistema rappresentativo mi risulta apertamente contraria alla Costituzione Italiana                                                                                                                      </span></span>

Il fatto è che sia nel nostro Consiglio comuale  come nella Costituzione italiana siamo così « sofisticati » da riuscire a fare distinzione tra : « giudizio sul contenuto di una SPECIFICA PROPOSTA »

Lei invece non ci riesce?
Le confesso che questa incapacità a distinguere le due cose e la pretesa di una « fiducia assoluta ed incrollabile » mi fa pensare ad altri regimi, non a quello democratico.

E veniamo ad un altro tema.
Dove vivo i cittadini sono chiamati a votare (vocabolo distinto dall’ eleggere … ), su una decina di temi diversi, a volte anche difficili e tecnicamente complessi.

In ogni paese c’e’ sempre di tutto ma qui dove vivo si è radicata la buona norma consistente nel tenere presente che : « Meglio non votare che sbagliarsi a votare » (la frase la si sente dire anche la bar).
Per cui capita che persone anche molto immpegnate politicamente dichiarino: « Non ho votato. Non ho avuto tempo per prepararmi sul tema. Il mio sarebbe stato solo un voto gregario » (il « voto gregario » è quello non sui contenuti specifici ma dato per simpatia/ antipatia per i propositori / oppositori. Il « voto gregario » e’ sinonimo di inciviltà. Anche in cosnglio comunale i consiglieri che votano sempre come la maggioranza del loro gruppo consiliare sono visti con sospetto: « che votino in modo gregario? » … « come mai non hanno mai idee diverse? » … « le delibere, loro le leggono? » … « che siamo dei lèche cul ? », scusi il francesismo: qui si parla francese.

Evidentemente questa forma di « astensionismo civile e intelligente » produce un vantaggio: le decisioni sono un po’ migliori, dato che chi si esprime lo fa perchè presume di essere informato e preparato, altrimenti si astiene.
Resta il fatto che anche se a votare spesso sono solo pochi, (spessissimo meno del 30% degli aventi diritto al voto) il numero dei votanti è decisamente superiore e più rappresentativo che non le poche decine o centinaia di «rappresentanti », spesso tutti esercitanti il medesimo mestiere del « prolitico di professione ».

Questo è possibile perchè in Svizzera, come normamente nel mondo nei paesi dove esitono strumenti di democrazia diretta, non esiste alcun quorum che attribuisce il potere legislativo agli astensionisti e quindi impedisce il vero astensionsimo visto che proprio chi non vota DETERMINA l’esito della votazione.

Quanto alla sua preoccupazione: «si alzano in 10 la mattina e decidono cosa fare » la informo che nel mondo intero (dove il Quorum è visto come una  particolarità italiana, come la pasta all’amatriciana) il problema è stato già affrontato ed efficacemente risolto: l’informazione sulla imminenza di un voto ed i suoi contenuti non è prerogativa di « canali privati » di comuncazione e non è gestita come la « pubblicità » ma è pubblica e strutturata anche mediante la messa a disposizione degli elettori del « libretto delle votazioni », che contiene le informazioni sia a favore che contro ad ogni tema in votazione.

In proposito soluzioni interessanti ed innovative sono state sperimentate negli USA (molto interessante il caso dell’Oregon), ma il tema si fa specifico. E non voglio disturbarla ulteriormente.

Sappia che sono conunque disponibile per ogni possibile chiarimento e/ o informazione. Mi mettero’ a sua disposizioe con molto piacere. Sia io che l’associazione piudemocraziaitalia, di cui sono membro, siamo al servizio suo e di tutti coloro che vogliano approfondire il tema della democrazia ed in particolare della democrazia diretta moderna.

Concludo per segnalarle che la letteratura in questo settore è già imponente. Soprattutto raccomando la « Guida alla democrazia diretta » dell’ Isituto Europeo per l’ Iniziativa ed il Referendum (IRI)
E mi permetto di segnalarle il mio libriccino « La democrazia drietta vista da vicino » Ed. Mimesis.

Se lei vorrà trasmettermi un suo indirizzo volentieri gliene farò  omaggio.
Grazie per l’attenzione. Distinti saluti.

Leonello Zaquini